Il Comitato antinucleare Garigliano, in seguito al
sopralluogo effettuato alla fine del mese di novembre 2012 dalla Guardia di Finanza di Mondragone, dal
Centro Interforze Studi e Applicazioni Militari di Pisa e dal dipartimento di
Fisica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, su incarico del
Sostituto Procuratore della repubblica Dott.ssa Giuliana Giuliano che ha aperto
presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere un fascicolo per disastro
ambientale ed irregolarità in materia di sicurezza nucleare nei confronti della
Sogin, chiede con sollecitudine che vengano divulgati i risultati delle analisi
del materiale prelevato durante il sopralluogo e che vengano realizzate
indagini epidemiologiche sulla popolazione unitamente a nuove e più
approfondite analisi ambientali.
Come infatti segnalato dagli organi di stampa che si sono
occupati della vicenda, alcuni di questi prelievi, risultati subito positivi ai
misuratori di radioattività, sono stati effettuati in luoghi accessibili alla
cittadinanza in prossimità degli sbocchi degli scarichi dell’impianto nucleare
nel fiume Garigliano. Chiediamo quindi che venga fatta immediata chiarezza
sulla reale pericolosità in termini di emissioni di radiazioni ionizzanti di
tali luoghi e che,se considerati realmente rischiosi per la salute della
popolazione,questi siti vengano messi prontamente in sicurezza ed interdetti
alla popolazione.
Il Comitato antinucleare Garigliano sottolinea inoltre che
più volte negli ultimi anni, e anche più recentemente attraverso il Tavolo
della Trasparenza, ha rivolto richieste ufficiali agli organi dello Stato
responsabili della salute e della sicurezza dei cittadini, affinché venissero
effettuati monitoraggi ambientali e studi epidemiologici sulla popolazione (ad
oggi ancora mai realizzati) per garantire che l’impianto elettronucleare del
Garigliano non rappresenti più un pericolo per la salute dei cittadini.
Come infatti evidenziato dall’Enea e dall’Istituto Superiore
di Sanità, negli anni ’80 la centrale nucleare ha disperso nell’ambiente
sostanze inquinanti e radioattive ben oltre i confini dei Comuni limitrofi
all’impianto, in un’area compresa tra l’isola di Ischia ed il promontorio del
Circeo. A distanza di quasi trent’anni da quegli studi e dopo un lungo silenzio
da parte degli organi competenti, la notizia del rilevamento di siti
radioattivi emersa dall’inchiesta getta ombre inquietanti sulla gestione della
sicurezza dell’impianto e sui rischi per la salute della popolazione che ne
derivano.
Il Comitato antinucleare Garigliano ribadisce quindi la
necessità di effettuare nuove e più approfondite analisi ambientali e che si
realizzino inoltre studi epidemiologici comparativi storici ed attuali che permettano finalmente di far emergere, a partire
da questa importante inchiesta, la verità sulla centrale del Garigliano, dopo
anni di disinteresse da parte delle Istituzioni nazionali e di silenzio
omertoso delle amministrazioni locali che si sono accontentate dei ristori
economici che lo Stato elargiva “come contentino” invece di difendere il
diritto alla salute ed alla giustizia della propria comunità.
Giovanni Mallozzi
Comitato antinucleare Garigliano
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