SALUTE E LAVORO:
DUE CAMPI MAGNETICI CHE SI RESPINGONO
10 aprile 2015 - Sala dei Quadri - Sessa Aurunca
Tema dell'incontro: problematiche ambientali, lavorative, urbanistiche
Modera: Giulia Casella, Presidente Circolo "Petteruti" di Legambiente Sessa Aurunca
Presenti: Legambiente; Comune di Sessa Aurunca; ARPA Campania; Assessorato Ambiente Caserta Sono intervenuti: Lavoratori Interport; Amministratore Delegato Interport; Pubblico
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Se un’azienda da lavoro a venti persone e dieci di queste
bonificano siti inquinati mentre le altre, nottetempo, disperdono le medesime
sostanze, si ha un ciclo lavorativo costante.
Se gli ambientalisti si accorgono della sezione illecita
delle attività di quell’azienda e denuncia i fatti in modo accurato,
dettagliato e circostanziato, tanto che l’azienda, nonostante faccia ricorso al
TAR, non riesce a riaprire gli uffici sequestrati, di chi è la colpa se i posti
di lavoro relativi vanno persi?
Ovviamente degli ambientalisti.
Siamo alle solite, al reiterato ricatto del “o lavori o
conservi la salute”, inoltre, il deposito ha ottenuto autorizzazione partendo
da documentazioni non idonee che nessuno, nel tempo, ha controllato, concedendo
possibilità d’ogni sorta partendo da presupposti completamente illeciti, per
colpa o per leggerezza si vedrà.
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Salute e lavoro non possono stare insieme soprattutto quando
per tutelare entrambi i contesti, i
proprietari delle aziende non vogliono rinunciare ai buoni introiti che hanno
non seguendo le regole.
Se poi ci si mettono amministratori della cosa pubblica e
controllori, a non svolgere i compiti ai quali sono demandati, la situazione
non si fa critica ma atroce.
Per quanto riguarda la situazione di inquinamento generata
intorno allo scarico, trasporto e stoccaggio del pet-coke a Sessa Aurunca, il
problema non è nato da uno sversamento incidentale con l’aggravamento dovuto ad
avverse condizioni metereologiche (frase ricopiata tale e quale in tutte le
situazioni analoghe) ma nasce da osservazioni, durate anni, fatte da persone
che ritenevano che prima o poi, chi doveva controllare,( soprattutto in quanto
le stratificazioni di pet-coke emulsionato ad acqua stavano raggiungendo
livelli di inquinamento esorbitanti) gli enti preposti a monitorare queste cose
avrebbero posto rimedi adeguati.
Passano gli anni, ben 24, ma questi rimedi non arrivano,
anche dopo più manifestazioni di protesta fatte sia da Legambiente a Sessa
Aurunca che a Gaeta e le stratificazioni di catrame, per alcuni cittadini,
diventano intollerabili.
Gennaio 2014: sopralluoghi da parte di volontari per capire
la situazione al km. 158,400 in prossimità del deposito della via Appia.Novembre 2013, manifestazioni contro lo scarico del pet-coke
a Formia da parte di Paola Villa alla testa di un comitato locale.
Si notano quantità incredibili di pet-coke in grani di varie
dimensioni lungo il bordo strada, sia in direzione Garigliano che in direzione
Sessa Aurunca.
I fossi bordo Appia sono ricolmi di schifezze immonde,
immergendo bastoncini di legno, penetrano nel catrame per una ventina di centimetri,
figuriamoci quanto queste sostanze sono permeate nel terreno negli anni.
Si decide di documentare questa situazione con fotografie e
video.
I cittadini che si attivano non sono specializzati in questo
genere di cose, non sanno nemmeno quanto sia lecito salire sulla scarpata della
ferrovia per filmare l’interno del deposito, ma tant’è, si decidono e si
organizzano.
Il 16 marzo 2015 scatta l’operazione, salgono sulla scarpata
e riprendono l’interno del deposito, il bordo Appia e un fosso laterale al
deposito comunicando il fatto ad una testata giornalistica che sposa l’iniziativa.
Fine marzo; a Gaeta arriva una nuova nave pronta a scaricare
il pet-coke destinato, ovviamente, ad essere immagazzinato a Sessa.
Esce un articolo dove si fanno presenti le problematiche
legate a questa sostanza arricchito dalle fotografie a dai video preparati da
cittadini.
Questa è la cronostoria legata all’avvio delle proteste
contro una mala gestione del pet-coke; non sversamenti incidentali; non avverse
condizione metereologiche; semplice incapacità di sopportare oltre una
situazione devastante.
Ora resta un punto importante quanto l’inquinamento: i posti
di lavoro che rischiano di saltare a causa di una mala gestione e di una
mancanza di controlli.
Persone alle quali viene detto che il pet-coke è
commestibile, quindi non dannoso, si troveranno senza lavoro se l’azienda non
rispetterà le prescrizioni di legge e le indicazioni alternative fornite dagli
enti che dovevano controllare e non l’hanno fatto.
Il proprietario dell’azienda, che tanto ama i suoi
collaboratori, dovrà spostare il deposito in luogo adeguato e dovrà trattare le
sostanze con modalità diverse da quelle attuate sino ad ora, ad esempio,
trasportando il pet-coke con automezzi sigillati e stoccandolo in silos o
capannoni coperti e non in mucchi a cielo aperto, se così non sarà fatto, il
problema si sposterà tal quale e non verrà risolto, trasferendolo ad altre
comunità.
Nel frattempo, mentre queste situazioni si aggiustano,
perché si aggiustano, al proprietario non interessa se i profitti, a causa di
un elevarsi dei costi, diminuiranno, vero? I dipendenti dell’azienda come
faranno a mantenere le proprie famiglie?
Il 16 aprile prossimo, il Ministero competente riunirà in un
incontro l’azienda, l’ARPA Campania, i rappresentanti dell’amministrazione
comunale di Sessa Aurunca e gli
Assessori all’ambiente per la provincia di Caserta e per la Regione Campania;
ovviamente i sindacalisti e gli ambientalisti, no, perché?
Trasparenza. Parola tanto dichiarata ma altrettanto
enormemente vituperata.
Per più di due decenni l’azienda si è barcamenata in zone
grigie della burocrazia traendo vantaggi che non le spettavano; l’amministrazione
di Sessa Aurunca non ha fatto i controlli che doveva fare; l’elenco delle
autorità che dovevano controllare e non l’hanno fatto copre tutto l’arco
istituzionale di un paese, di una provincia, di una regione, di una nazione. A
loro la soluzione ai problemi causati ai lavoratori, a loro la soluzione dei
problemi causati all’ambiente, senza i famosi “se” e senza gli altrettanti
famosi “ma”.
12 aprile 2015 - Massimo Penitenti (Legambiente - Circolo "Petteruti" Sessa Aurunca)
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