Si è tenuto, lunedì 16 febbraio 2017, presso la sala conferenze della ex centrale nucleare di Borgo Sabotino,
quasi due anni dopo quello tenuto il 21 febbraio 2016, una nuova seduta del
Tavolo della Trasparenza istituito per seguire i lavori di smantellamento della
ex centrale e le relazioni degli enti di controllo coinvolti.
Oltre ai
responsabili dell’azienda proprietaria del sito Sogin erano presenti:
il dott. Lamberto Matteocci per l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale); il dott. Marco Lupo per l’ARPA (Agenzia Regionale per la
Protezione Ambientale) del Lazio; Roberto Lessio Assessore all’Ambiente del
Comune di Latina; Eleonora Della Penna Presidente della Provincia di Latina.
Il Tavolo, è presieduto dall’Assessore Rapporti con il
Consiglio, Ambiente, Rifiuti, Mauro Buschini, poi sostituito, per impegni in
giunta, dal dott. Eugenio Monaco, coordinatore della segreteria del Tavolo
della Trasparenza.
I lavori del Tavolo iniziano con l’esposizione, da parte del dott. Matteocci, di
quali siano i controlli e le autorizzazioni espletati dall’ISPRA. Da molto
tempo ormai, presso il sito della ex centrale è stata riscontrata un’anomala
concentrazione di cloruro di vinile nella falda acquifera, pare difficile che
si tratti di sostanze derivanti da lavorazioni effettuate in centrale ma,
altresì, non si può dire ne se effettivamente si tratta di sostanze versate nel
sito o se le stesse provengano da altrove e presso la centrale si siano
solamente concentrate. Le indagini
attuali sono volte ad individuare soprattutto i punti dove maggiormente sia
presente il cloruro per poter effettuare una bonifica che avverrà pompando dal
sottosuolo le acque inquinate per poi reimmetterle in falda dopo un idoneo
filtraggio; per evitare ulteriori inutili costi che deriverebbero dal pompare e
filtrare acque pulite, si concentreranno tali operazioni solo per la parte di
falda che verrà più specificamente individuata come inquinata. Per ora si è
proceduto ad una messa in sicurezza dell’area vietando, con apposite delibere
da parte del comune, la captazione dell’acqua da pozzi per un’area dal raggio
di tre chilometri intorno alla centrale, si sta inoltre monitorando il sito per
individuare l’eventuale trasferimento
del cloruro a causa dei naturali movimenti dell’acqua di falda.
Un’anomalia è stata rilevata, da parte dell’ISPRA, nella
composizione degli intonaci interni, quindi non strutturale, del deposito
denominato D1 che la Sogin si è subito attivata a risolvere affinché l’ISPRA
possa dare il nulla-osta all’utilizzo del deposito stesso.
Il deposito, di 25000mc. ospiterà 2500 mc. di materiale
condizionato e posto in matrici che hanno il compito di essere la prima
barriera verso l’ambiente.
E’ stato ultimato il lavoro di bonifica dalla presenza
dell’amianto utilizzato come coibentante: su esplicita domanda non è stato
specificato il sito di destinazione ove verrà stoccato questo materiale.
Si è inoltre parlato del deposito temporaneo nazionale: dopo
che l’ISPRA ha redatto un documento in cui sono indicate le prescrizioni da
rispettare per l’individuazione di un’area idonea ad ospitare il deposito, la
Sogin ha preparato una serie di documenti ove, secondo i parametri indicati
dall’ISPRA, si propongono alcuni luoghi sul territorio nazionale. Ora l’ente di
controllo dovrà valutare tali documenti per verificare l’attendibilità dello
studio per passare poi alla fase successiva, ossia, ad una eventuale
autocandidatura da parte di comuni inseriti nella lista che verrà stilata; pare
che alcuni comuni, soprattutto al nord,
siano disposti ad ospitare tale deposito con l’obiettivo di ottenere
posti di lavoro e i ristori derivanti da questo onere. Il deposito nazionale
temporaneo ospiterà 90000mc. lordi di materiale, 75000 mc. sono composti dal
materiale derivante dallo smantellamento delle 4 ex centrali e da quello
derivante dallo smantellamento degli impianti dedicati al processo del
combustibile; i restanti metri cubi saranno composti da materiale radioattivo
proveniente dall’industria e dagli strumenti medicali di diagnosi e cura.
Tutto in attesa del deposito definitivo che dovrà avere
caratteristiche di isolamento geologico, quindi non di superficie ma
sotterraneo, mentre ancora non si sa se sarà nazionale o europeo, sarà la
futura politica ad indicarcelo, resta il fatto che nel 2025 dovranno rientrare
le sostanze radioattive risultanti dal riprocessamento effettuato sulle barre
di combustibile inviate in Inghilterra a Sellafield e in Francia a La Hague. Anche
qui la politica è invitata a indicare se affrontare oneri economici per trasferire questo materiale ad alta intensità
radioattiva nel deposito nazionale temporaneo, per poi trasferirlo nuovamente
in quello definitivo, italiano o europeo, o se contrattare una deroga, sui
tempi di rientro, con i depositi esteri.
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