12 MAGGIO 2014
Sono circa le nove che ricevo una telefonata da Giuseppe
Vitale, coordinatore dell’associazione di volontariato dedicata al monitoraggio
ambientale “Big Brother”.
Il giorno prima ha risalito il Garigliano in barca e ha
notato alcuni sversamenti illegali di rifiuti sia sulla sponda laziale nei
comuni di Minturno e di SS. Cosma e Damiano e ha notato, inoltre, una
manomissione recente della sponda campana sotto al ponte ferroviario nella
parte a valle.
Chiamo Carlo Sparagna, proprietario della masseria che si
trova sull’Appia subito dopo il deposito di pet coke della “Interport” in
quanto conosce bene la zona essendo stato proprietario di un pescheto disteso
oltre l’argine adiacente all’Appia che arrivava fino a sotto il ponte
ferroviario ma dalla parte a monte.
Il giorno prima mi aveva chiamato padre Roberto, lui segue
una piccola comunità religiosa della “Chiesa Cattolica Carismatica” ospitata
presso la struttura di Carlo. Sapendo che sto seguendo il caso pet coke voleva
ragguagli sulla faccenda, anche la sua chiesetta è vittima delle nere polveri
provenienti dal deposito.
Approfitto della situazione, prendo appuntamento con Carlo e padre Roberto e
una volta chiarito cosa voglio fare ci avviamo in macchina lungo la strada
oltre argine per raggiungere il fiume.
Una trentina di metri di riva hanno di recente visto l’azione
di una ruspa ed è molto evidente che dopo aver spianato una parte del terreno
lo scavatore ha spinto residui di plastica, letame e stallatico giù per la
sponda.
Sto da tempo in allerta per capire dove possano aver buttato
quello che alcuni operai hanno scavato dal bordo dell’Appia dopo la nostra
denuncia di dispersione di pet coke durante le fasi di trasporto di questo materiale
da Gaeta fino a Sessa, quindi, insospettito, smuovo la superficie del terreno e
subito salta fuori della polvere compatta che assomiglia dannatamente al pet
coke.
Avanzo nel terreno. Il mio intento è quello di trovare pezzi
di quella plastica con la quale hanno ricoperto entrambi i bordi dell’Appia,
sarebbero il segnale che si tratta proprio del punto dove hanno sversato il
materiale scavato.
Carlo, che nel frattempo già si era addentrato nel terreno
mi chiama e mi dice di andare a vedere.
Quello che mi si presenta davanti è terribile, il terreno
che sembrava semplicemente arato mostra le creste esterne dei solchi di colore
nero in netto contrasto con il colore ocra chiaro del terreno, la differenze si
nota di più guardando in direzione Appia, là il terreno è tutto chiarissimo.
Si capisce benissimo cose è successo: sono entrati nel fondo
dall’Appia, hanno raggiunto con i camion il punto più lontano dalla strada che
è poi il bordo del fiume, hanno scaricato il materiale e dopo essersene andati hanno arato come se
niente fosse.
Nel bel mezzo della parte di terreno piena di sostanze nere
vi si possono trovare le classiche cose che stanno su un bordo di strada: bottiglie
di vetro e di plastica; frammenti di parti di automobile; frammenti di copertone
e altre amenità del genere; strati anneriti di erba fresca con la zolla
sottostante nera come il carbone. Tutto, rigorosamente ricoperto di frammenti
di pet coke.
Ora, può anche essersi verificato lo sbarco di creature
aliene al sistema solare e, non sapendo dove buttare il pet coke ma avendo
scoperto che sul nostro pianeta siamo abbastanza elastici in tema di interramento
di rifiuti, abbiano deciso di scaricarlo proprio vicino al Garigliano ma, forse
perché sono troppo stupido, io non ci credo proprio tanto tanto.
Insieme a Giuseppe che nel frattempo ci ha raggiunto, abbiamo chiamato amici e autorità. Arrivano Giulia Casella, presidente di Legambiente di Sessa Aurunca, i Carabinieri di Sessa Aurunca con il Capitano Ciervo, i Carabinieri di Baia Domizia, un’auto del comune di Sessa con a bordo il capo settore Ambiente, dott. Serao e il responsabile all’Ecologia sig. Di Resta.
Insieme a Giuseppe che nel frattempo ci ha raggiunto, abbiamo chiamato amici e autorità. Arrivano Giulia Casella, presidente di Legambiente di Sessa Aurunca, i Carabinieri di Sessa Aurunca con il Capitano Ciervo, i Carabinieri di Baia Domizia, un’auto del comune di Sessa con a bordo il capo settore Ambiente, dott. Serao e il responsabile all’Ecologia sig. Di Resta.
Verificato che non avevamo preso alcun abbaglio e che il
sospetto si trattasse di interramento illegale di rifiuti era decisamente ben
fondato, i Carabinieri si sono attivati per avviare le procedure di
individuazione dei proprietari o usufruttuari del fondo e per le procedure di
sequestro dello stesso.
A questo punto, si era nel frattempo fatta l’una, accompagno
padre Roberto e Carlo a casa e con Giulia seguo l’auto dei Carabinieri fino
alla stazione di Baia Domizia dove notifichiamo ufficialmente le nostre
dichiarazioni corredandole con le fotografie che avevamo scattato e con i due
esposti fatti da Legambiente per denunciare la dispersione di pet coke sull’Appia
in prossimità del deposito della “Interport”, esposti consegnati alle Procure
della Repubblica di Cassino e di Caserta, alle ARPA laziali e campane, ai
comuni di Sessa Aurunca e Gaeta e agli assessorati all’Ambiente campani e
laziali.
Alle due, finalmente, stavo a casa.
Siamo in attesa di ulteriori sviluppi.
Massimo Penitenti - 13 maggio 2014
Siamo in attesa di ulteriori sviluppi.
Massimo Penitenti - 13 maggio 2014
Pazzesco!
RispondiElimina