martedì 31 luglio 2018

Ci risiamo?


Anni ormai son passati da quando riuscimmo a far chiudere, per circa otto mesi, il deposito di pet-coke della Intergroup, presente sull'Appia al km. al km 158,400.

L'azione avvenne in sinergia con Legambiente Sessa Aurunca allora diretto da Giulia Casella, e con il Comitato Civico Cittadini del Golfo di Gaeta coordinato dall'attuale sindaco di Formia Paola Villa.

La principale motivazione riguardava la presenza di materiale disperso dai camion lungo i bordi della Strada Statale e il conseguente accumulo dello stesso sul fondo delle cunette di scolo a bordo strada. 

Ricordiamo che le cunette riversano le acque di scolo direttamente nel Garigliano percorrendo un piccolo canale che corre per circa 200 m. lungo il tratto di ferrovia che, nello stesso punto, attraversa il nostro fiume. Quelle acque sono cariche di pet-coke in quanto, emulsionandosi, viene facilmente trasportato.


All'inizio delle nostre rimostranze, l'azienda mise in sicurezza il bordo strada ricoprendolo con teloni di plastica che rimosse mesi dopo per asportare il terreno misto a pet-coke, compreso il catrame che si era andato accumulando negli anni nelle cunette.
Il materiale rimosso, secondo l'azienda, venne stoccato all'interno del deposito in attesa di caratterizzazione per poi essere destinato a deposito di scorie definitivo. Invece, proprio dall'altra parte dell'Appia, trovammo un terreno nel quale venne questo riversato per essere rimescolato con il terreno del campo. Il terreno venne posto sotto sequestro in attesa che l'ARPA Campania svolgesse le indagini. Dal rapporto dell'ARPA, scoprimmo che nel terreno non vi era traccia di pet-coke. Andammo sul posto ed effettivamente, potemmo constatare che il terreno era stato ripulito. (per la verità, nel terreno trovammo, anche dopo la"pulizia", frammenti di pet-coke ma secondo l'ARPA non erano il risultato della bonifica; già allora, però, ci domandammo come potessero essere arrivati frammenti di pet-coke in quel posto, vabbè!


Da allora l'azienda intraprese migliori pratiche, sia durante le fasi di scarico nave nel porto di Gaeta, che durante il carico dei camion nel deposito per il trasporto del materiale verso i clienti della Intergroup. Infatti vennero installati, in entrambi i siti, impianti per il lavaggio delle ruote e delle fiancate dei camion prima della loro uscita in strada, infatti, proprio il materiale depositato sulle sporgenze dei mezzi e accumulato sulle ruote nelle fasi di carico, erano una delle cause di dispersione.
Altro motivo di dispersione, era la perdita di pet-coke emulsionato dalle fessure tra cassone e sponde degli automezzi non idonei; ciò avveniva soprattutto perché, allora, era normale pratica da parte dei trasportatori, mettersi in fila lungo l'Appia in attesa del proprio turno di accesso al deposito, con maggiore perdita durante i periodi di pioggia, in quanto, emulsionandosi,  la dispersione è maggiore
Anche questa pratica venne sospesa in quanto all'azienda venne intimato, da parte del Comune di Sessa Aurunca, di vigilare affinché i mezzi non sostassero sulla Statale  e il nostro vigilare "stimolava" ulteriormente i camionisti a non fermarsi all'esterno del deposito.
In un'occasione, un volontario, si trovò nei pressi del deposito e divenne testimone di una fila di mezzi in attesa di entrare, informò di questo il Commissariato P.S. di Sessa Aurunca che inviò una volante sul posto salvo accertare che non vi erano camion fuori dal deposito: infatti, nel frattempo, allertati da un testimone armato di videocamera, bene pensarono di entrare velocemente all'interno del sito di stoccaggio.
Il testimone, addirittura, ricevette una telefonata dal commissario che gli intimava di denunciarlo per "procurato all'allarme" se si fosse nuovamente verificato il medesimo episodio, in quanto, effettivamente, nulla poterono accertare.
Da allora non si hanno testimonianze sul fatto che i camion sostino sull'Appia, fino a ieri, 16 luglio 2018.



Un cospicuo numero di mezzi ha allertato alcuni volontari e si sono messi al seguito dei camion che, a dire il vero, anche se tanti sono ancora gli autotreni con sponde rimovibili quindi, non idonei, la maggior parte sono del tipo che consente il trasporto di pet-coke,  però, come si può vedere dalle fotografie riprese da un video, i mezzi sostano lungo l'Appia. Questa pratica può nuovamente generare la dispersione di pet-coke oltre ad essere possibile fonte di pericolo per chi percorre quel tratto, in quanto il deposito insiste subito dopo una stretta curva a destra, in direzione Caserta, subito dopo una sopraelevazione ferroviaria.
Ricordiamo che il deposito in esame ha acquisito la qualifica di "deposito Strategico" su ordine del MISE quando a capo del Dicastero vi era Federica Guidi, durante il governo Renzi. Tutte le agevolazione ad un deposito formalmente abusivo vennero date con deroghe e D. M. ad-oc (18 dicembre 2015) da un Ministro che da lì a poco dovette dimettersi per importanti conflitti d'interesse, mai prima, però, di fare questo grande  favore all'azienda di Di Sarno, forse legittimo ma i dubbi erano e sono tuttora importanti.


mercoledì 25 luglio 2018

Liquami nel canale Trenta palmi


Nel mese di giugno 2018, viene denunciata una importante presenza di liquami nel canale denominato Trenta Palmi che corre nei territori di Cellole e Sessa Aurunca.
Il Consigliere regionale Giampiero Zinzi, presidente della III Commissione Speciale, con poteri solamente consultivi convoca un’audizione il  giorno 3 luglio u.s. dove invita, oltre ai sindaci di Sessa Aurunca e Cellole, rappresentanti del Consorzio Aurunco di Bonifica, i presidenti dell’Associazione Allevatori di Caserta e del Consorzio Turistico Balneare, rappresentanti delle associazioni ambientaliste e rappresentanti dell’amministrazione pubblica sia regionali che provinciali.


Alla prima audizione vengono riportate le problematiche contingenti e quelle future nel caso non si intervenga presto, viene programmato un ulteriore incontro da tenersi dopo due settimane, utile a presentare i passi nel frattempo fatti da parte dei convenuti e quelli da farsi per risolvere definitivamente le problematiche.





Oggi, 17 luglio 2018, durante la programmata seconda udienza, il Presidente Zinzi fa un breve resoconto della situazione e chiede ai convenuti di aggiornarlo sulla situazione anche a causa delle forti piogge della notte precedente, piogge che avrebbero potuto aggravare di molto la situazione facendo riversare tutti i liquami a mare, fortunatamente scongiurata.
Il rappresentante del Consorzio di Bonifica, dott. Di Giovanni fa presente che i compiti del Consorzio sono quelli di sfalcio lungo le sponde e di drenaggio del fondo dei canali, attività necessarie ad un normale flusso delle acque, fa presente, inoltre, che qualora i canali fossero inquinati o bloccati da materiali provenienti da sversamenti illegali, la pulizia e bonifica è demandata ai comuni attraversati dai canali stessi. Riferisce inoltre di un sopralluogo dove erano presenti rappresentanti di entrambi i comuni coinvolti, i quali, tra le altre cose, si contendevano le responsabilità in quanto i confini di competenza a volte sono centrali in senso longitudinale.
Il problema diventa particolarmente serio, in quanto tutto ciò che viene a trovarsi nei canali che non è naturale ma risultato di sversamenti illegali, diviene rifiuto speciale con tutte le aggravanti economiche e burocratiche per bonifica, trasporto e stoccaggio.
Il comune di Cellole, che vede i liquami spostarsi, a causa delle piogge, nella parte di canale di sua competenza, sta già avviando unilateralmente, un intervento di bonifica che ha costi vicini ai 400mila Euro che per una giunta da poco insediatasi rappresenta un onere enorme ma non rinviabile, anzi, denuncia che il mancato intervento di Sessa Aurunca, essendo prima delle piogge più circoscritto, sarebbe stato meno oneroso.
Antonio Gallozzi, del Comitato Scientifico di Legambiente Campania, esordisce facendo vedere ai convenuti, un video del 2014 tratto degli archivi di RAITRE, dove viene messo in evidenza il problema di migliaia di abitazioni abusive che, in quanto tali, non sono allacciate agli impianti fognari ma riversano tutto direttamente nei canali.
Gallozzi fa vedere il video per chiedere se le audizioni hanno lo scopo di risolvere il problema contingente o di risolvere i motivi storici che determinano l’inquinamento dei canali. Nel primo caso il problema si può risolvere con relativa facilità ma se ciò che si vuole risolvere è  il problema a monte, bisogna intervenire in modo più importante contrastando versamenti di materiali provenienti sia da allevamenti che da abusivismo edilizio e questo può avvenire solo previo importanti monitoraggi atti all’individuazione dei singoli scarichi.
Giulia Casella di Legambiente Sessa Aurunca fa presente che il Consorzio Aurunca di Bonifica si trova in una situazione economica disastrosa dove ben 40 milioni di Euro rappresentano il debito dell’ente dovuto anche a eccessive spese di “abbellimento” dove tutte le personalità hanno fatto sfoggio di se quando questi lavori vennero presentati,  senza pensare che i medesimi denari sarebbero stati meglio utilizzati per migliorare il servizio agli agricoltori, inoltre, l’assunzione centinaia di operai in sovrannumero è la prova che il Consorzio è stato spesso utilizzato come bacino di voti.
Massimo Penitenti, del Comitato Antinucleare Garigliano e volontario di Legambiente, chiede al Presidente Zinzi di tenere in considerazione la possibilità di coinvolgere sia la provincia di Latina che la regione Lazio in quanto, tutto ciò che viene alla fine riversato nel Garigliano e di conseguenza, nel Golfo di Gaeta, si va a riversare sulle sponde di Gaeta, Formia e Minturno per poi proseguire verso Baia Domizia. Questo per lavorare con modalità comprensoriali visto che l’inquinamento non tiene per nulla conto dei confini e per anticipare i soliti scaricabarile che inevitabilmente si verificheranno quando il problema sarà eventualmente risolto sulle sponde campane ma si ripresenterà laddove, dalla parte laziale, avvengono analoghi versamenti, fra l’altro già più volte denunciati da Goletta Verde, tanto acclamata quando rilascia “BandiereBlu” ma tanto egualmente osteggiata quando denuncia la presenza di inquinanti provenienti da fiumi, rii  e canali come, dopotutto, è avvenuto ultimamente per corsi d’acqua formiani e minturnesi.
Il Presidente Zinzi evidenzia problemi di confine tra comuni limitrofi quindi più ancora complicato sarà il coinvolgimento di una provincia e di una regione diverse ma ritenendo importante l’appunto, lo prende in considerazione per il futuro, non appena, comunque, si sarà profilata una linea di intervento per risolvere l’attuale situazione di emergenza.
Alla fine dell’audizione il Presidente Zinzi propone un sopralluogo sul sito da svolgersi  entro una settimana dove invitare, oltre ai presenti, anche i rappresentanti politici e coloro che oggi non sono intervenuti, nello specifico, il comune di Sessa Aurunca e la provincia di Caserta.

Per il Comitato Antinucleare Garigliano
Massimo Penitenti

venerdì 10 febbraio 2017

2 febbraio 2017 - Visita alla ex centrale del Garigliano

2 febbraio 2017
Visita alla ex centrale del Garigliano
di Giulia Casella 
presidente del Circolo "Alfredo Petteruti" Legambiente di Sessa A.

Le associazioni componenti del Tavolo della Trasparenza della centrale nucleare del Garigliano, sono state invitate dalla dott.ssa Benedetta Celata, addetta alle pubbliche relazioni per la Sogin, a recarsi nella centrale stessa per avere tutte le informazioni possibili, per approfondire le conoscenze, avere risposte a tutti gli interrogativi, i dubbi, le obiezioni possibili. Così Il 2 febbraio scorso, i rappresentanti di Legambiente, del Comitato di Salute Pubblica di S.S. Cosma e Damiano, del Comitato civico di San Castrese, del Comitato Antinucleare del Garigliano, i giornalisti della rivista on line “Terra senza frontiere”, si sono recati in centrale. L’accoglienza è stata quanto mai cordiale.
A riceverci la stessa dott.ssa Celata, l’ing.Fabrizio Scolamacchia, direttore della centrale da due anni, il dott. Fabio Chiaravalle, geologo, direttore della Divisione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico. I due ospiti ci hanno fornito una dovizia di particolari rintracciabili, tra l’altro, sul sito della Sogin. A proposito dei rifiuti stoccati nel sito del Garigliano, ammontanti a ca. 3.000 mc, abbiamo scoperto un dato alquanto sconcertante di cui eravamo all’oscuro: nel D1, deposito tanto osteggiato, ma fortemente voluto dal generale Carlo Jean che utilizzò i poteri straordinari conferitigli dal premier Berlusconi per imporne la costruzione, in questo D1, dunque, non sono stoccati i rifiuti più pericolosi e di più lunga durata, ossia quelli a media attività la cui radioattività si esaurisce in almeno 350 anni, ma i rifiuti a bassa attività la cui rad si esaurisce nell’arco di alcuni anni, ossia i 21 fusti da 320 litri ciascuno contenenti le polveri radioattive scarificate dalle pareti interne del camino; i rifiuti a bassissima attività estratti dalle trincee 2 e 3; l’amianto contaminato estratto da vari edifici tra cui l’ed. reattore e l’ed. turbina.
In oltre due ore di spiegazioni, il direttore Scolamacchia ha indicato, sulla mappa del sito, la posizione di tutti gli edifici, i punti di monitoraggio, attraverso i quali viene monitorata la qualità dell’aria, mentre altre indagini vengono condotte periodicamente sulla qualità di acque, sabbia, terreno, piante. I dati risultanti si possono verificare sul sito della regione Campania. Altri edifici in cui sono stoccati i rif. Rad. sono l’ex diesel, in cui sono stoccato ca. 600-700 mc di rif.,l’edificio ex compattatore, il C501, il CCES. Sull’ex diesel sono stati effettuati lavori di adeguamento, mentre per gli altri tre non sono ancora iniziati.
Abbiamo chiesto al dott. Chiaravalle quale sarà la durata di questi depositi “temporanei” per definizione ”Fin quando non sarà pronto il deposito nazionale” ci ha risposto. E qui gli si è chiesto, data la sua funzione specifica in Sogin, quanto tempo ancora dovrà trascorrere perché venga pubblicata la CNAPI (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee alla costruzione del deposito nazionale). “Le aree sono già state individuate- ha risposto il direttore della Divisione Deposito Nazionale- e, per quanto possa apparire incredibile, lo 0,1% del territorio nazionale è idoneo alla costruzione del D.N.. non è un estensione esigua, ma più che sufficiente alle esigenze di superficie e di sicurezza”. Ha inoltre specificato che sul sito sarà costruito un deposito superficiale per stoccarvi i rifiuti di bassa e media attività derivati dallo smantellamento delle centrali, oltre a quelli derivanti da altre attività come, ad es., quelle ospedaliere. Quanto poi ai rifiuti ad alta attività, tra cui quelli riprocessati in Francia e Inghilterra e di prossimo ritorno in patria, avendo essi una durata di centinaia di migliaia di anni, occorre individuare un sito geologico che assicuri stabilità. queste affermazioni hanno suscitato non poche perplessità, anche se Chiaravalle ha asserito che in Francia è stato individuato un sito geologico di argille risalenti al pleistocene (compreso tra 2,58 milioni di anni fa e 11.700 anni fa) ,che non hanno subito modifiche rimanendo stabili. (La perplessità persiste visto che la terra è in continuo movimento). Da precisare che quel 99,9 % del territorio nazionale è off limits secondo le prescrizioni ISPRA, ossia non vengono prese in considerazione le aree vulcaniche attive o quiescenti; le località oltre 700 metri sul livello del mare o ad una distanza inferiore a 5 chilometri dalla costa; le aree a sismicità elevata, a rischio frane o inondazioni e le “fasce fluviali”, dove c’è una pendenza maggiore del 10%. Escluse inoltre anche le aree naturali protette, quelle che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati e quelle a distanza inferiore di un chilometro da autostrade, strade extraurbane e ferrovie. È escluso, quindi, anche il sito del Garigliano.
Comunque l’iter procedurale sarà molto lungo, anche dopo la pubblicazione della CNAPI, perché la pubblicazione della mappa dei siti idonei ad ospitare il deposito nazionale sarà seguita da una fase di consultazione pubblica, che culminerà in un seminario nazionale dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti interessati. Dalle istituzioni alle associazioni ambientaliste, passando per il mondo scientifico. Solo al termine di questa complicato iter si arriverà a una versione aggiornata della Carta dei siti. Quindi si procederà all’acquisizione di possibili manifestazioni di interesse da parte di Regioni ed Enti locali. In assenza di adesioni spontanee e se non si dovesse arrivare ad una scelta concordata, ecco l’extrema ratio: a decidere sarà il Consiglio dei ministri.( Ipotesi alla quale il governo in questo momento di grande crisi non vuole neanche pensare. Magari dopo le prossime consultazioni elettorali, pensiamo noi). 
È stato richiesto dove viene smaltito l’amianto non contaminato da radioattività pur restando un elemento altamente tossico. Operazione che Sogin affida alla società SITA ITALIA che lo trasferisce – probabilmente – in Germania, visto che in Italia ci sono solo piccoli siti temporanei. (Ma il SISTRI, diciamo noi, funziona, o no?)
La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla visita di strutture esterne quali l’ed. turbina, i capannoni dove si trattano i rifiuti liquidi, gli edifici di stoccaggio citati. Siamo entrati nella sala dei bottoni con i quadri che comandavano il funzionamento della centrale, e nella sala monitor del D1. I fusti qui stoccati, i cosiddetti cask, sono contenuti in gabbie che ne impediscono la caduta anche in seguito a eventuali oscillazioni. Il prossimo lavoro di smantellamento sarà il VESSEL .
Il vessel è il contenitore in pressione che racchiude il nocciolo di un reattore nucleare e altri componenti interni.
Si tratta della parte più difficile da demolire, dal punto di vista tecnico, ingegneristico e ambientale . L’operazione avverrà con quattro anni di anticipo rispetto al piano che invece aveva previsto l’inizio delle operazioni per il 2023.
L’operazione “open gate” è perfettamente riuscita data la nuova strategia di Sogin che vuole completare il decommissioning della centrale del Garigliano, che sarà la prima a raggiungere almeno il brown field (condizione del sito dove tutto ciò che è radioattivo è stato caratterizzato, messo in sicurezza e stoccato in depositi temporanei in attesa del trasferimento nel deposito temporaneo nazionale, effettuato l'allontanamento di tutto il materiale si raggiungerà la fase di green field cioè sito completamente privo di sostanze radioattive derivanti dalle attività elettronucleari che verrà riconsegnato alla comunità), senza eventuali operazioni esterne di disturbo.
Qui è d’obbligo chiedere risposte ad un altro problema non meno grave, già presentato alle Prefetture di Caserta e Latina, ossia la pubblicazione del PIANO DI EMERGENZA esterno, con le indicazioni chiare di chi siano gli attori in caso di pericolo. Piano di cui le popolazioni sono all’oscuro e, nel caso malaugurato di un incidente, nessuno sa chi e cosa fare. In vista dello smantellamento del vessel, è ancora più urgente che se ne venga a conoscenza.

giovedì 19 gennaio 2017

Tavolo della Trasparenza - Borgo Sabotino


Si è tenuto, lunedì 16 febbraio 2017,  presso la sala conferenze della ex centrale nucleare di Borgo Sabotino, quasi due anni dopo quello tenuto il 21 febbraio 2016, una nuova seduta del Tavolo della Trasparenza istituito per seguire i lavori di smantellamento della ex centrale e le relazioni degli enti di controllo coinvolti.
Oltre ai responsabili dell’azienda proprietaria del sito Sogin erano presenti:
il dott. Lamberto Matteocci per l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale); il dott. Marco Lupo per l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) del Lazio; Roberto Lessio Assessore all’Ambiente del Comune di Latina; Eleonora Della Penna Presidente della Provincia di Latina.
Il Tavolo, è presieduto dall’Assessore Rapporti con il Consiglio, Ambiente, Rifiuti, Mauro Buschini, poi sostituito, per impegni in giunta, dal dott. Eugenio Monaco, coordinatore della segreteria del Tavolo della Trasparenza.
I lavori del Tavolo iniziano con l’esposizione, da parte del dott. Matteocci, di quali siano i controlli e le autorizzazioni espletati dall’ISPRA. Da molto tempo ormai, presso il sito della ex centrale è stata riscontrata un’anomala concentrazione di cloruro di vinile nella falda acquifera, pare difficile che si tratti di sostanze derivanti da lavorazioni effettuate in centrale ma, altresì, non si può dire ne se effettivamente si tratta di sostanze versate nel sito o se le stesse provengano da altrove e presso la centrale si siano solamente concentrate.  Le indagini attuali sono volte ad individuare soprattutto i punti dove maggiormente sia presente il cloruro per poter effettuare una bonifica che avverrà pompando dal sottosuolo le acque inquinate per poi reimmetterle in falda dopo un idoneo filtraggio; per evitare ulteriori inutili costi che deriverebbero dal pompare e filtrare acque pulite, si concentreranno tali operazioni solo per la parte di falda che verrà più specificamente individuata come inquinata. Per ora si è proceduto ad una messa in sicurezza dell’area vietando, con apposite delibere da parte del comune, la captazione dell’acqua da pozzi per un’area dal raggio di tre chilometri intorno alla centrale, si sta inoltre monitorando il sito per individuare  l’eventuale trasferimento del cloruro a causa dei naturali movimenti dell’acqua di falda.
Un’anomalia è stata rilevata, da parte dell’ISPRA, nella composizione degli intonaci interni, quindi non strutturale, del deposito denominato D1 che la Sogin si è subito attivata a risolvere affinché l’ISPRA possa dare il nulla-osta all’utilizzo del deposito stesso.
Il deposito, di 25000mc. ospiterà 2500 mc. di materiale condizionato e posto in matrici che hanno il compito di essere la prima barriera verso l’ambiente.
E’ stato ultimato il lavoro di bonifica dalla presenza dell’amianto utilizzato come coibentante: su esplicita domanda non è stato specificato il sito di destinazione ove verrà stoccato questo materiale.
Si è inoltre parlato del deposito temporaneo nazionale: dopo che l’ISPRA ha redatto un documento in cui sono indicate le prescrizioni da rispettare per l’individuazione di un’area idonea ad ospitare il deposito, la Sogin ha preparato una serie di documenti ove, secondo i parametri indicati dall’ISPRA, si propongono alcuni luoghi sul territorio nazionale. Ora l’ente di controllo dovrà valutare tali documenti per verificare l’attendibilità dello studio per passare poi alla fase successiva, ossia, ad una eventuale autocandidatura da parte di comuni inseriti nella lista che verrà stilata; pare che alcuni comuni, soprattutto al nord,  siano disposti ad ospitare tale deposito con l’obiettivo di ottenere posti di lavoro e i ristori derivanti da questo onere. Il deposito nazionale temporaneo ospiterà 90000mc. lordi di materiale, 75000 mc. sono composti dal materiale derivante dallo smantellamento delle 4 ex centrali e da quello derivante dallo smantellamento degli impianti dedicati al processo del combustibile; i restanti metri cubi saranno composti da materiale radioattivo proveniente dall’industria e dagli strumenti medicali di diagnosi e cura.
Tutto in attesa del deposito definitivo che dovrà avere caratteristiche di isolamento geologico, quindi non di superficie ma sotterraneo, mentre ancora non si sa se sarà nazionale o europeo, sarà la futura politica ad indicarcelo, resta il fatto che nel 2025 dovranno rientrare le sostanze radioattive risultanti dal riprocessamento effettuato sulle barre di combustibile inviate in Inghilterra a Sellafield e in Francia a La Hague. Anche qui la politica è invitata a indicare se affrontare oneri economici per  trasferire questo materiale ad alta intensità radioattiva nel deposito nazionale temporaneo, per poi trasferirlo nuovamente in quello definitivo, italiano o europeo, o se contrattare una deroga, sui tempi di rientro,  con i depositi esteri.


martedì 10 gennaio 2017

Tavolo della Trasparenza - Borgo Sabotino


Per lunedì 16 gennaio 2017 alle ore 10,30, presso la ex centrale nucleare di Borgo Sabotino, è stata indetta una nuova seduta del Tavolo della Trasparenza.

Se qualcuno ha quesiti da porre ai rappresentanti della Sogin, della Regione Lazio, degli enti di controllo ARPA Lazio e  ISPRA, ai repprasentanti dei ministeri, può scrivere a

comitatoantinuclearegarigliano@gmail.com

mercoledì 12 ottobre 2016

Tavolo della Trasparenza - Ottobre 2016

Da sx: Sindaco di Sessa Aurunca Silvio Sasso,
Incaricato Sogin, Ass. Fulvio Bonavitacola, dott. Matteocci (Ispra)

Lunedì 10 ottobre 2016 si è finalmente tenuto il nuovo Tavolo della Trasparenza  presso la sala conferenza della ex centrale nucleare del Garigliano.

Non molte sono le novità emerse e spiegate durante il Tavolo, oltre naturalmente la nuova rappresentanza regionale della Campania nella persona dell’Assessore all’Ambiente nonché vicepresidente Fulvio Bonavitacola che si è scusato per il ritardo della convocazione; si ricorda, infatti che, per legge, il Tavolo deve avere una cadenza semestrale, mentre dall’ultimo incontro i mesi passati sono ben 18.



Le domande che ponevamo come comitato hanno avuto tutte una risposta, più o meno soddisfacente.
Chiedevamo lo stato dei lavori riguardante lo smantellamento della ciminiera e questi, proprio negli ultimi giorni, hanno visto ultimare la fase di scarificazione del suo interno con lo smontaggio dell’impianto che dalla sommità della ciminiera stessa comandava un robot appositamente progettato e costruito. Ora, la ciminiera, è stata resa disponibile, con la sua decontaminazione interna, alla fase di abbattimento controllato che verrà avviato dopo l’installazione di una struttura che ne permetterà l’abbassamento progressivo.
Le polveri risultanti dalla scarificazione e le parti dei macchinari venuti a contatto con le sostanze radioattive verranno condizionate in matrici isolanti e stoccate all’interno del deposito D1 presente nel sito della centrale mentre, sia il robot che l’impianto che ne permetteva la gestione, verranno decontaminati diventando patrimonio della Sogin che li adopererà, su richiesta, anche all’estero. L’esperienza acquisita in queste operazioni, svolte per la prima volta proprio nella nostra centrale, che è nata come esperimento e come esperimento continua ad essere utilizzata, è divenuta un importante capitale della Sogin appunto.
I milioni spesi sono usciti dalle tasche degli italiani, quelli che la Sogin guadagnerà, torneranno, in qualche modo, nelle tasche degli Italiani quando la Sogin verrà pagata per utilizzare praticamente ciò che gli italiani le hanno permesso di imparare? Sappiamo che questa è una domanda polemica, ma dovete permettercela.

Altra domanda riguardava il riempimento del deposito denominato D1, vede le operazioni in piena attività. Ricordiamo che il deposito è nato come provvisorio ma finché non verrà costruito un deposito nazionale non potrà essere svuotato e smantellato e, visti i tempi della nostra politica, rischia seriamente di diventare definitivo.

La terza domanda da noi posta riguardava la trincea sequestrata nel dicembre 2012. Ci è stato risposto che già nel 2015 è stata dissequestrata e sono attive le operazioni di messa in sicurezza e svuotamento.
La quarta domanda verteva sull’avvistamento di mezzi della Sogin sul territorio, anche a grande distanza dalla centrale, nello specifico, nostri concittadini, hanno segnalato la presenza di un furgone-laboratorio nel territorio di Coreno Ausonio.
Questo furgone, in pratica, effettuava rilievi radiologici nella zona in epoca precedente allo smantellamento della ciminiera per essere poi comparati con quelli che verranno avviati successivamente all’abbattimento.

Le domande riguardanti i ristori ottenuti dai comuni cercheremo di fornirle successivamente in quanto, durante il Tavolo odierno, nulla è emerso se non che al Comune di Roccamonfina è stato riconosciuto un risarcimento di 23,70 Euri, ripetiamo, ventitre Euri e settanta centesimi; il sindaco di Roccamonfina per primo, si è meravigliato della consistente cifra e ne ha chiesto delucidazioni i vari attori presenti al Tavolo si sono ripromessi di fornire dettagli in futuro.

Per quanto riguarda il Deposito Nazionale ai posteri le risposte in quanto ancora non si è  individuato il territorio nazionale protagonista delle vicende che lo riguarderanno, la stessa ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), si è separata in due creando una nuova sezione, l’ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione) per la quale si sono solamente designate alcune persone ma di incarichi veri e propri ancora non ne sono stati assegnati.

mercoledì 5 ottobre 2016

Nuovo Tavolo della Trasparenza

5 ottobre 2016


FINALMENTE!
Si finalmente, alla regione Campania si sono ricordati che esiste il Tavolo della Trasparenza sulla decommissioning della ex Centrale nucleare del Garigliano. Si terrà alle ore 11,00 di lunedì 10 ottobre 2016 nella sala conferenze presso la ex centrale.
Non si contano i tentativi di contatto con la nuova segreteria del tavolo della Giunta De Luca subentrata a quella di Caldoro  e le richieste di convocazione che per legge dovrebbero avere una cadenza semestrale.
Con l'ex assessore all'ambiente, Giovanni Romano si stabilì un ottimo rapporto, speriamo che l'attuale assessore Fulvio Bonavitacola, dopo le defiances tempistiche riguardanti la convocazione del Tavolo, stabilisca anche lui un rapporto più di dialogo con chi scrive per avere informazioni.
Le domande inviate alla segreteria da parte nostra sono le seguenti:

Sono attive le operazioni di smantellamento della ciminiera: a che punto stanno le operazioni?

Si doveva traferire il materiale condizionato all'interno del D1: a che punto stiamo?

Si dovevano svuotare le trincee: sono state svuotate? 

La trincea n. 2 non poteva essere svuotata a causa del sequestro del dicembre 2012: è 
stata dissequestrata?

Sono stati segnalati mezzi operativi in tema di analisi ambientali della Sogin anche a grande distanza dalla centrale, nello specifico nel comune di Coreno Ausonio, si possono conoscere motivi e risultati dei rilevamenti?

La Consulta delle servitù nucleari in ANCI ha ottenuto, dopo anni, il riconoscimento ad un risarcimento: potete fornire ulteriori informazioni in merito?

Potete fornire informazioni riguardanti il Deposito Nucleare Nazionale?

Per quanto riguarda gli ultimi sviluppi riguardanti la demolizione della ciminiera, apprendiamo dal sito della Sogin che stanno smontando l'impianto che sovrastando il camino permetteva di gestire il robot addetto alla scarificazione del suo interno, segnale che questa operazione ha avuto termine.
Dal sito della Sogin al terzo articolo si può trovare questa informazione