martedì 2 dicembre 2014

Per ora il deposito è abusivo


Durante un incontro tra le associazioni ambientaliste, le forze politiche, il Vescovo di Sessa Aurunca ed i legali della Intergroup, il capo settore dell'ufficio tecnico del comune di Sessa A., Pasquale Sarao affermò, dopo le ricerche d'obbligo, che il deposito di pet-coke della Intergroup non possedeva alcuna autorizzazione urbanistica per i manufatti presenti nel sito, quindi l'amministrazione, a fine novembre 2014, firma un'ordinanza per imporre l'abbattimento di tutti i manufatti.
Ovviamente e legittimamente, la Intergroup farà ricorso, ma si tratterà di una mossa da ritenersi orientata ad allungare i tempi entro i quali sarà obbligata a procedere con gli abbattimenti a meno che, presso gli archivi del comune di Sessa non saltino fuori le licenze che la Intergroup ritiene di avere, e sempre salvo che quell'area, a destinazione agricola, non riservi in qualche documento finora nascosto una deroga fatta apposta per quel sito.
Ma se così fosse, perché non sono state tirate fuori queste autorizzazioni o deroghe?
Perché, quasi sicuramente, non esistono, ma si sa, noi ambientalisti pensiamo sempre a male.
Inoltre, il sig. Andrea Barbieri Carones, parlando a nome della Intergroup, accusa gli ambientalisti di mettere a rischio 4000 posti di lavoro con la loro opera di denuncia.

Se le modalità di trasferimento del pet-coke da Gaeta a Sessa, adottate dalla Intergroup, fossero state più rispettose dell'ambiente, gli ambientalisti, nonostante le attualmente accertate  illiceità urbanistiche, probabilmente, nemmeno si sarebbero accorte di cosa si andava facendo in quel sito, dopotutto, per 23 anni, nessuno aveva fatto caso a quei neri cumuli maldestramente occultati alla vista con barriere d'ogni sorta, tranne, ovviamente, Legambiente che sin dal 1991 ha fatto notare a chi di dovere che quel materiale non poteva essere trattato nei modi in cui era trattato. Tra l'altro, a quel tempo, il pet-coke non era l'innocua polvere adatta alla combustione in cui la trasformò il governo Berlusconi, bensì un rifiuto tossico industriale da trattare con le dovute cautele.
Ora Intergroup intende addossare la colpa agli ambientalisti sulle scelte di ridimensionamento del personale che intende adottare?

Il punto interrogativo va scritto in grande altrimenti qualcuno può dire che quest'ultima frase è un'affermazione.
Perché se veramente fossimo così potenti le cose in Italia forse andrebbero un po' meglio visto che si denunciano inquinamenti ad ogni piè sospinto ma questi vengono a galla solo dopo che son morte persone ed altre cominciano a manifestare apertamente i sintomi di malattie dovute all'inquinamento; qui non si possono  fare esempi altrimenti ci vorrebbe tutta la nottata per leggerli.
Se butto del veleno e qualcuno muore, se qualcun altro tenta di impedirmi di continuare a buttare veleno, non è che sia proprio sbagliato, sbagliato, o no?