lunedì 28 giugno 2010

Nucleare: pretesti civili ed interessi militari


Da notare come egregi ospiti quali Giulietto Chiesa e Guido Cosenza, autori del libro-inchiesta "La menzogna nucleare", abbiano apprezzato e constatato l'ottima affluenza all'iniziativa avuta nonostante fosse una calda domenica d'estate e il difficile tema trattato.
Tutti gli interventi sono stati interessanti e puntuali ma alcuni punti emersi sono da sottolineare :
- Il sindaco di Minturno Aristide Galasso si è impegnato pubblicamente con Lisa Clark (di Beati Costruttori di Pace che ha illustrato l'esigenza di aggiornare il Trattato di Non proliferazione) ad aderire al Gruppo Internazionale “ Sindaci per la Pace” guidato dal Sindaco di Hiroshima. - L'esigenza di una schedatura e mappatura nazionale dei tumori estesa a tutta la popolazione interessata e non al 32% attuale e l'importanza di intendere la Prevenzione primaria come la Non esposizione al Rischio (Francesco Pristerà di Minerva Pelti) - La presentazione di Giulietto Chiesa della legge di iniziativa popolare per le energie rinnovabili. “Che diritto ha questa generazione” - commenta Chiesa - di costruire una centrale che insieme alle sue scorie rimarrà nei secoli alle future generazioni?” Chiesa sostiene che “la società attuale basata sullo sfruttamento incondizionato delle risorse sta terminando”, l'unica speranza è che questo avvenga in modo pacifico, cosa che si potrà realizzare solo se “i cialtroni di questo Governo” e gli Stati ammettessero l'esigenza di un'inversione di rotta nei consumi insostenibili. - L'intervento di Guido Cosenza ben ha spiegato il titolo del convegno: la stretta relazione fra il militare civile e quello militare, come la storia e l'economia abbiano dimostrato che quello civile serva ad abbassare i costi del nucleare militare. La vita della centrale si attesta sui 23 anni e non servirà a sostenere la domanda energetica di uno stato! La costruzione di nuove centrali, come le 2 annunciate da Obama negli USA e 1 in Francia, siano opportune per ragioni strategiche per accedere ed essere sempre aggiornati sulle tecnologie nucleari. Le nuove costruzioni di Cina e India sono spiegate dal fatto che vogliono allargare il proprio arsenale militare e usano quello civile per abbassare i costi. L'Italia? Caso anomalo. Interessi nelle grandi opere!?!
Angela Zottola di Mondo Senza Guerre e Senza Violenza, dopo aver presentato alcuni brevi video della Marcia Mondiale per la Pace, ha messo in evidenza quanto i più giovani debbano sentirsi coinvolti sulle tematiche delle quali si è discusso durante il convegno, essendo proprio loro i primi a pagare per gli errori commessi dalle generazioni che li hanno preceduti e di quanto sia importante imparare da questi errori per non ripeterli.
Marianna Gambino

venerdì 18 giugno 2010

ASSEMBLEA 18-06-10

Assemblea per stasera 18-06-10 ore 18.30 presso la sede di via Maiorino (Formia)
Odg.: esposizione lavoro per l'evento del 27-06-10

martedì 15 giugno 2010

AFFARI NUCLEARI - Latina Oggi

Latina Oggi, Giovedì 10 Giugno 2010


pattumiera

AFFARI NUCLEARI

La Corte dei Conti bacchetta Sogin, che intanto guadagna


DOVEVA essere una grande operazione di tutela della salute e del territorio quella del decommissioning delle centrali nucleari che sono esistite fino al referendum che ha vietato la produzione di energia nucleare in Italia. In realtà non solo questo processo è ancora in corso, ma la Corte dei Conti ha appena contestato alla Sogin (società creata appositamente per custodire le centrali e procedere alla bonifica dei siti). In specie i magistrati contabili affermano che la Sogin ha speso finora troppi soldi per tenere in custodia passiva le scorie nucleari che, diversamente, sarebbero già dovute essere smaltite. E scrivono nelle contestazioni alla Sogin che per il decommissioning «nel 2008 sono stati sostenuti costi per 46,4 milioni di euro», manutenzione esclusa; in questo modo il bilancio netto è «aumentato del 334%, raggiungendo 1.577 migliaia di euro rispetto ai 393,4 del 2007». Di più: la Sogin ha ottenuto in questo modo utili per 8,6 milioni di euro contro i 4 milioni del 2007. Cioè: per ora il processo di decommissionig delle vecchie centrali è stato un’attività di lucro molto remunerativa per la Sogin più che una vera azione di tutela della salute e del territorio, come nelle previsioni di chi questa società l’ha messa in piedi. Attualmente, come ricorda sempre la Corte dei Conti, le scorie delle vecchie centrali (e sono compresi in questa categoria anche attrezzi e materiali utilizzati durante i processi produttivi bloccati) sono in «custodia protetta passiva » . Per altro l’operazione del d ec o mm i ss io n in g continua mentre il Governo ha già avviato al procedura per la costruzione di nuove centrali sicuramente a Caorso e Montalto ed è pressoché confermata la collocazione tra Latina e il Garigliano del deposito di scorie, per il quale fino ad oggi non si è riusciti a trovare un sito idoneo, soprattutto a causa della fortissima resistenza delle popolazioni limitrofe alle aree individuate.


giovedì 3 giugno 2010

Breve relazione dell'incontro organizzato da FIDAPA
Per il Comitato erano presenti: Beniamino Gallinaro e Massimo Penitenti

All’inizio dell’incontro, al Comitato Antinucleare Garigliano, viene dato l’onore di essere nominato, e con esso vengono nominati gli enti, le associazioni, e le amministrazioni che sin qui hanno dato l’adesione al Comitato stesso.

Gli appartenenti al Comitato vengono ringraziati per la presenza e per l’attività svolta di diffusione dell’evento in oggetto, attraverso i canali propri del CAG.

Interessantissimo incontro, soprattutto per la passione del prof. Renato Sinno°, che fa notare l'impegno dell'Europa nel combattere la crisi con interventi di 740 miliardi di Euro, con una quota parte italiana espressa nell'ultima finanziaria di 25 miliardi di Euro, dove il contratto firmato con AREVA, la grande azienda nucleare francese a partecipazione statale, per l'acquisto di ben 5 centrali EPR, di terza generazione, al costo di 5 miliardi l'una. Costi che vanno di giorno in giorno aumentando, soprattutto a causa dell'elevarsi dei target di sicurezza, non contemplati nella fase di progettazione delle suddette centrali, ma che si chiede che vengano rispettati, soprattutto dal verificarsi dei famosi incidenti a Three Mile Island (USA) ed a Chernobyl (Ucraina), dai ben noti risultati, soprattutto quelli di Chernobyl, visto che le nubi prodotte, hanno sorvolato l’intera Europa, e anche l’Italia.

L’unica centrale di questo tipo (EPR), ora in costruzione, è stata acquistata dalla Finlandia ed è in fase di costruzione ad Olkiluoto.

Questa centrale ha già visto triplicare i costi (giunti ora a circa 20 milioni di Euro), proprio a causa di continue modifiche per migliorarne la sicurezza, e ancora non si sa se partirà ne quando ciò avverrà.

Il professor Sinno, mineralogo, dopo che scherzosamente fa notare che per interloquire con lui, chi parla di uranio, farebbe bene a leggere alcuni libri da lui consigliati, e solo dopo aver positivamente passato un esame con lui, lo prenderebbe, forse, in considerazione espone un semplice motivo per il quale tutto il nostro Paese è assolutamente inidoneo ad ospitare centrali e depositi di scorie radioattive, il motivo è: l’Italia è un paese geologicamente giovane, in piena fase di assestamento, prove semplici ce lo dimostrano, terremoti e continui smottamenti ben distribuiti su tutta la penisola, non consentono una sicurezza nemmeno pensabile, per la costruzione di strutture che debbono rimanere sicure per centinaia di migliaia di anni. Nemmeno negli Stati Uniti, afferma il Professore, sono giunti ad una sistemazione sicura delle scorie, nonostante questo grande paese, offra zone abbastanza ampie e geologicamente più antiche e sicuramente più mature.

Ci fa notare, il professore, che la pretesa indipendenza energetica verso la quale ci dovrebbe proiettare il nucleare, altro non è che una grande menzogna, infatti, i paesi che dispongono di miniere di uranio sufficientemente ricco di U

235, sono pochi: Africa centrale, USA, Russia e Germania; bisogna tener conto, inoltre, che questa materia prima deve essere trattata (arricchita, praticamente, la concentrazione di U235 deve essere effettuata artificialmente, ed in Italia non abbiamo gli impianti che possano svolgere questo lavoro), quindi dipenderemmo da questi paesi sia per la materia prima che per il prodotto che se ne deve ricavare per diventare carburante per le centrali. Quindi, se aumenta la richiesta di uranio, aumenta, per noti meccanismi di mercato, anche il prezzo di questo minerale, se già negli ultimi anni sta aumentando notevolmente, proviamo ad immaginare cosa potrà succedere dopo un incremento della domanda.

Un altro problema sta nel lavoro necessario ad estrarre l’uranio dalle rocce presenti in natura, solamente 10 grammi di uranio vengono estratti da ogni tonnellata di roccia, che poi diminuisce ulteriormente dopo l’arricchimento, per ora le aziende estrattrici, sono riuscite a far passare le materie risultanti dalla lavorazione, come materiale inerte e soprattutto nel Niger e in Francia, viene sgretolato e ridistribuito sui terreni circostanti le cave, dove sorgono paesi interi, nati proprio a causa delle attività estrattive.

Angelo Bonelli fa notare come riescono a finanziare le attività nucleari, infatti chi opera nel nucleare è assimilato a chi opera nelle energie rinnovabili, riesce quindi ad entrare tra coloro che hanno contributi statali.

Nelle bollette sono inseriti, dice inoltre Bonelli, da quando costruirono le centrali italiane, anche i costi di “decomissionig”, in parole semplice era programmato fin dall’inizio lo smantellamento di fine attività, questi costi ce li troviamo in bolletta, nonostante le centrali italiane abbiano prodotto poca energia e molti danni, solo questo ci costa 350 milioni di Euro l’anno.

°- docente di mineralogia dell'Università "Federico II" di Napoli