lunedì 31 marzo 2014

Lasciate stare l'Appia

Come scrissi in altre occasioni, sono innamorato dei posti in cui sono venuto a vivere e, 37 anni son ormai.
Una delle cose che mi affascinò fu vivere di fronte ad un teatro che veniva vissuto 2000 anni fa, infatti abitavo in un piccolo appartamento dietro un albergo dove l’Appia era l’unica cosa che mi separava da un sito archeologico risalente, appunto, a 2000 anni fa.
Appia, meraviglia dell’ingegno umano. Strada che duemila anni fa ebbe il compito di facilitare le comunicazioni tra il centro Italia e la parte più orientale di questo paese.
Una strada che gli occhi del ragazzino che la videro per la prima volta elessero a meraviglia del mondo intero.
Passò il Garigliano la prima volta che aveva solamente quindici anni e camminò all’ombra di pini marittimi che avevano lo scopo di dar sollievo a chi, nei tempi antichi, si trovava a percorrerla a piedi, su carri o su carrozze, in tutti questi casi senza l’ausilio di un condizionatore d’aria.
Meravigliosa! Otorino Respighi venne ispirato dai pini che ne limitano i bordi; anche quell ragazzino avrebbe voluto esprimere il suo riconoscimento per quell’opera ma non sapeva come.
Il come si è manifestato quando, insieme ad amici, pensò di costituire un comitato per tutelare l’area che si sviluppava intorno a quella strada violentata da una sfera d’acciaio che ospitava un pentolone nucleare; si è manifestato quando l’azienda che ne dovrebbe tutelare la compattezza e percorribilità, cominciò a deturparne i contorni abbattendo numerosi di quei magnifici pini che ne sono cornice.
Quando, per modificarne la linea l’uomo pensò di raddrizzarla un po’ per poter correre più in sicurezza sulle sue automobili, salvo poi, sotterrare sotto alle nuove sezioni sostanze “non” inquinanti che però portano le autorità ad indagare quanto male è stato fatto.

Ora si manifesta con le lacrime agli occhi vedendo come, al suo materno fianco, depositano carbone nocivo a quell’uomo che la costruì.
Cosa poteva fare, quell’ex ragazzino, per fermare quello scempio?

Va sul posto e fotografa. Filma. Con il supporto di un amico giornalista, denuncia.
A Gaeta giungono navi colme di decine di migliaia di metri cubi di pet coke: un rifiuto, speciale, che un governante, per far piacere ad amici, considera semplice combustibile ma di feccia di petrolio si tratta, della feccia della feccia del mondo si parla. Sotto forma di polvere comincia ad inquinare durante le fasi di lavorazione del petrolio che lo producono come scarto; inquina quando, per essere trasportato, le navi bruciano migliaia di tonnellate di derivati del petrolio; inquina quando, con gli autotreni, a decine di migliaia, per più di vent’anni, si brucia il diesel necessario a farne girare i motori; inquina quando le gru, con enormi benne, riempiono quegli autocarri disperdendo nere polveri nel Nostro Mare; inquina quando questi camion ne disperdono le polveri lungo la strada che li conduce al punto di stoccaggio; inquina quando questi camion lo porteranno nei cementifici e nelle centrali elettriche per essere bruciato inquinando, forse, per l’ultima volta; inquina quando, nel frattempo, è entrato nei fiori rosa che stanno aperti al mondo pronti a donarci le succose pesche che porteranno quel veleno, ignare, nel loro cuore.

Cari amministratori, cosa vi ha fatto questa strada per essere così tanto seviziata?

Cari amministratori, cari controllori, non lasciate zone grigie laddove le aziende che trasportano questo inquinante si possano intrufolare: devono generare profitto per se e per chi con loro collabora. Dategli delle regole e controllate che vengano rispettate, se queste ci sono e viene controllata la loro applicazione, chi gestisce questi veleni, vedrà conveniente rispettarle e farsi remunerare anche questo impegno, ne beneficeremmo tutti, anche voi.







giovedì 27 marzo 2014

News sul Tavolo del 20 - 3 - 2014

venerdì 28 marzo 2014, ore 19,00, presso "Villa Eleonora" lungomare di Scauri - Minturno
incontro con le associazioni, e i cittadini, i sindaci dell'alto casertano e del sud Pontino sono stati invitati.

Durante l'ultimo Tavolo è stato reso noto che sarebbero presto stati resi noti i dati relativi alle indagini ambientali intorno alla ex centrale del Garigliano effettuate in sinergia tra ARPA Campania e ARPA Lazio su espressa richiesta dell'ISPRA, questo sarebbe dovuto avvenire con pubblicazione sui reciproci siti internet, ancora nulla è disponibile.
I soli riscontri pubblicati sono un comunicato stampa della









(cliccare sull'immagine)


e un power point della





(cliccare sull'immagine)


Abbiamo scritto all'ARPAL e all'ARPAC per avere, come disponibili, i dati delle indagini

lunedì 24 marzo 2014

Il Punto sul Tavolo della Trasparenza


venerdì 28 marzo 2014, alle ore 19,00
presso l'albergo "Villa Eleonora" - Lungomare Scauri - Minturno (LT)
incontro indetto dal Comitato Antinucleare Garigliano 
che ha per argomenti principali i riscontri ottenuti durante l'ultimo Tavolo della Trasparenza per la Decommissioning della ex centrale nucleare Garigliano.
Si dibatterà, inoltre su tematiche riguardanti la salvaguardia dell'ambiente nel sud Pontino. 
Relazionerà Massimo Penitenti che ha partecipato al Tavolo della Trasparenza per il Comitato AG 
Saranno presenti: 
Eugenio Monaco
Resp. Segreteria Tavolo della Trasparenza Lazio; 
Stefano D'Acunto
Associazione Odisseo; 
SEL Minturno.

Si auspica un intervento da parte dei sindaci convenuti.
Seguirà dibattito

giovedì 20 marzo 2014

Tavolo della Trasparenza - 20 marzo 2014

Presso la ex centrale nucleare del Garigliano, di proprietà della Sogin da quando è stata costituita per gestirne lo smantellamento, si è svolto il sesto Tavolo della Trasparenza.
Viene sottolineata la presenza del vescovo di Sessa Aurunca che si ritiene soddisfatto dell’esistenza di questo istituto in quanto una buona comunicazione di informazioni toglie spazio alle “umoralità” che danno luogo a fraintendimenti e incomprensioni.
I primi ad esporre sono i dirigenti Sogin che ci illustrano le principali attività svolte e le prossime ad essere messe in essere.
Tra quelle già effettuate vi sono, come già noto, il completamento del deposito denominato “D1” (10.000mc, superficie 1320 mq., capacità netta di stoccaggio 1.100 mc.), la copertura delle trincee 2 e 3 con una struttura che si può aprire e chiudere a seconda delle esigenze e la ristrutturazione del rivestimento della sfera che  ha visto ripristinarsi gli spessori (25 mm. di acciaio), laddove compromessi dall’ossidazione, e la successiva riverniciatura.
Altra opera già effettuata consiste del trasferimento dei fusti contenenti materiali contaminati, già presenti nel sito, nel nuovo deposito che è diventato l’ex edificio diesel.
Per quanto riguarda la demolizione del camino sarà costruita (1-6-2014/1-10-2014)  una macchina automatica che svolgerà l’attività di scarifica che verrà testata su un simulacro della ciminiera presso lo stabilimento dell’azienda costruttrice per ottenere l’idoneità ad operare. Su domanda dell’ing. Matano di Sessa A. veniamo informati che dei circa 900 mc. di materiali di cui è composto il camino, solamente 2 mc. dovranno essere condizionati in quanto contaminati, la  restante quasi totalità sarà trattata come materiale di scarto convenzionale.
Prima di iniziare l’opera di scarifica, verrà realizzata (04-08-2014/26-2-2015) una struttura sulla sommità della ciminiera che eviterà la fuoriuscita incontrollata di polveri e accoglierà tecnici e strumentazioni nonché le gru che manovreranno il robot. Tra il 1° dicembre 2014 e il 30 giugno 2014 verranno effettuate misurazioni radiologiche per la caratterizzazione del Camino.
L’abbattimento vero e proprio è previsto ad iniziare dal 25-6-2015 e dovrebbe terminare il  25-9-2015.
La bonifica delle trincee vedrà l’inizio dei lavori all’inizio di giugno 2014  ed è terminata la progettazione della struttura di copertura della trincea 1.
ARPA Campania ha effettuato un lavoro di raccolta e analisi di campioni delle varie matrici, all’esterno della centrale e ne darà conto con un documento che verrà pubblicato sul proprio sito e sulle sezioni dedicate del sito della Regione Campania. Anche le analisi effettuate dall’ARPA Lazio, verranno presto portate a conoscenza della collettività.
E’ stato chiesto ai responsabili Sogin, quale destinazione avranno eventuali materiali radioattivi interrati illegalmente in Campania, hanno risposto che non è stata ancora presa in considerazione tale ipotesi e che comunque verrà investita, per tali operazioni, la “NUCLECO” (60% Sogin, 40% Enea) azienda nata nel 1981 per la gestione integrata dei rifiuti e delle sorgenti radioattive, nelle attività di decommissioning di installazioni nucleari, nella decontaminazione nucleare e/o da amianto di siti industriali.
Abbiamo domandato quali soluzioni hanno messo in atto per evitare che il Garigliano, esondando, possa investire le trincee soprattutto quando queste verranno aperte per le operazioni di bonifica.
Il dott. Alfieri della Sogin dice che il materiale interrato nelle trincee è di prima categoria e già all’epoca degli interramenti,  di bassissima radioattività, ora, passati oltre cinquant’anni, la radioattività e diminuita sensibilmente tanto da essere appena percepibile dagli strumenti. Riferisce che tutto il sito della centrale, compresi i punti ove sono ubicate le trincee, si trova ad un’altezza mai raggiunta dall’acqua del Garigliano durante le sue periodiche esondazioni e che, quindi, non necessita di particolari provvedimenti che prevengano dall’invasione del fiume.

Il dott. Rossi del ministero della dell’Ambiente ci informa che dagli studi effettuati il comune di Sessa Aurunca presenta un numero di neoplasie inferiore alla media nazionale. Alcuni eccessi sono stati riscontrati su ciò che coinvolge il sistema cardiocircolatorio e le vie urinarie, non riconducibili comunque all’attività della centrale.
Quando prende la parola Giulia Casella di Legambiente Sessa chiede come si comporterà Sogin quando scadranno i contratti con AREVA (Agenzia nucleare francese), agenzia che ha preso in carico i rifiuti di terza categorie (barre combustibile) alla quale vennero consegnati per la riconversione e stoccaggio in attesa di un deposito nazionale definitivo presso il quale collocarle.                                                                                  Viene risposto che se non saremo in grado di riprendere il materiale trattato alla scadenza del contratto, l’Italia pagherà salate penali essendo, il ritorno di tali materiali, parte integrante del contratto originale.
Per la prima volta veniamo a conoscenza che l’ipotesi di un deposito geologico definitivo in Italia, non è più l’unica soluzione, infatti si prospetta l’ipotesi di pagare un affitto per lo stoccaggio di tali sostanze in uno dei depositi geologici di cui è programmata la costruzione in Europa. L’Italia, da quando è uscita dalla produzione elettronucleare, produce rifiuti radioattivi solamente attraverso l’attivita medicale, industriale, agricola e di sperimentazione, con volumi molto limitati di materiali,  quindi si sta pensando che le risorse da destinare all’individuazione dei luoghi dove costruire il deposito e quelli per la stessa costruzione, possano essere destinate alla nuova soluzione.
Da poco è stato istituito l’ISIN, (Ispettorato Nazionale per la Protezione Nucleare e la Radioprotezione) un nuovo organo di controllo nucleare, attività sin qui svolta dall’ISPRA (Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale), si tratta sempre di un istituto indipendente da qualsiasi ministero.
Il dott. Izzo, sindaco di cellole, comunica di aver svolto, in quanto medico di base, in collaborazione con altri 4 colleghi medici, un indagine statistica sui pazienti assistiti riscontrando un effettivo basso numero di neoplasie, comunque rientrante nelle medie nazionali ma si dice comunque convinto che, non essendoci grandi realtà industriali sul territorio da lui amministrato, senza la presenza della centrale, la quantità di patologie oncologiche sarebbe stata sicuramente ancora più bassa. Riferisce, inoltre, che non ritiene utile il lavoro svolto presso i Tavoli della Trasparenza e che i provvedimenti che intende intraprendere li può svolgere  direttamente senza la mediazione del Tavolo al quale, quindi, non parteciperà più.
Il dott. Romano, coordinatore del tavolo, ringrazia per la presenza di due funzionari della regione Lazio che da poco hanno ultimato le fasi burocratiche per l’attivazione del Tavolo della Trasparenza laziale i quali comunicano che tra pochi giorni verrà messa a disposizione una casella di posta elettronica presso la quale inviare istanze e richieste di partecipazione. Confermano la collaborazione continua e costante con il Tavolo Campano con il quale in futuro si coordinerà sempre più per fare tesoro delle esperienze fatte al Garigliano per trasferirle nei lavori del Tavolo che tratterà le problematiche di Borgo Sabotino, tenendo ovviamente conto delle debite differenze dei due impianti.
Considerazioni personali
Ritengo le informazioni uscenti dal Tavolo abbastanza soddisfacenti, bisogna considerare che la Sogin sta giocando un ruolo, in fatto di decommissioning, di rilevanza internazionale essendo lo smantellamento della centrali nucleari un’attività decisamente poco sperimentata. Questo ruolo porterà questa azienda ai vertici di questo settore e potrà vendere le esperienze che andrà acquisendo, l’ormai arcinoto know how, in tutto il mondo con una ricaduta positiva sia nella ricerca che nell’occupazione.
Vi sono comunque dei ma che mi lasciano ancora perplesso e riguardano soprattutto la non ancora ammessa relazione fra l’attività elettronucleare e le patoloie oncologiche. Immagino quali problemi avrebbero le aziende nucleari ancora attive all’estero se, in Italia, dove le centrali sono ferme da decenni, questa relazione venisse ammessa. Così come è stata accertata una diretta relazione tra asbesto e mesotelioma con tutte le cause di risarcimento, cosa avverrebbe se si riscontrasse un  diretto effetto delle centrali nucleari sulla salute di chi vive nelle loro vicinanze? Da qui, immagino, l’inadeguatezza dei modelli di riferimento in tema di indagine epidemiologica che ad oggi viene effettuata con caratterizzazioni geografiche molto ampie. In pratica, è come se per vedere quanto il fumo di un incendio appiccato nella zona industriale di Minturno sporca le lenzuola stese ad asciugare, si facesse una media del colore delle lenzuola stese a S. Maria e a S. Marco; verrebbe fuori un risultato che rientra nel colore medio delle lenzuola esposte in Italia e sicuramente meno intenso di quelle esposte laddove l’industrializzazione è più incisiva. Però, per vedere quanto veramente sporca quel fumo, bisogna limitare il controllo ad un’area decisamente più ristretta ed omogenea, che non guardi i confini amministrativi o geografici ma solamente la prossimità al fuoco.

Con la centrale nucleare del Garigliano, invece,  i modelli presi in considerazione ritengono valide le medie fatte tra i dati di S. Castrese e Cascano, frazione che si trova a parecchi chilometri di distanza e con l’intera montagna di Roccamonfina nel mezzo invece di fare comparazioni fra S. Castrese e S.S. Cosma e Damiano che, pur essendo in diverse provincie e  regioni, si trovano a distanze dalla centrale sicuramente più simili.

Via e-mail dal Comitato Agrocaleno




NoBiomasse
Domenica 23, assemblea pubblica verso la grande mobilitazione del 29 Marzo.
Calvi Risorta. È confermata la notizia del sopralluogo, avvenuto ieri mattina, da parte dei Comandi dei Vigili Urbani di Calvi Risorta e di Sparanise, del Corpo Forestale dello Stato e dei Carabinieri presso l’area della Ex-Pozzi. Inoltre, contemporaneamente, militari della Guardia di Finanza sono stati all’interno dell’Ufficio Tecnico del Comune di Calvi Risorta.
L’operazione sembra essere dovuta ad un’indagine della Procura della Repubblica, relativa allo stato di inquinamento del territorio interessato. Come già denunciavamo da mesi, la situazione sembra essere allarmante, tanto che anche la Magistratura ha deciso di intervenire; Pare, inoltre, che la presenza dei rifiuti nel terreno di proprietà di Iavazzi (dove quest’ultimo ed il sindaco Caparco vorrebbero installare la centrale a biomasse) non solo si estenda in superficie, ma interessi anche il sottosuolo per una profondità non inferiore ai 7-8 metri.
Come Comitato per l’Agro Caleno: No alla Centrale a Biomasse interpretiamo queste notizie come frutto del lavoro sino ad oggi svolto, lavoro che, attraverso inchieste dal basso, presidii e manifestazioni ha aperto uno squarcio non solo sul disastro ambientale che interessa quell’area ma, soprattutto, sul connubio politico-affaristico che ha prodotto questo disastro in nome di interessi imprenditoriali e personali spietati che vorrebbero continuare a lucrare sui nostri territori.
Quello che emerge conferma le nostre convinzioni relative all’operato scellerato e alla totale cecità che ha contraddistinto negli anni l’amministrazione Caparco, soprattutto in materia ambientale: un disastro tenuto volutamente in silenzio per decenni, su cui chi avrebbe dovuto vigilare non lo ha fatto.
Ci chiediamo, infatti, come sia stato possibile che nel 1998 l’allora Sindaco Antonio Caparco, con Delibera di Giunta Comunale n. 126 del 25.03.1998, abbia conferito l’incarico (lautamente retribuito) di rilievo topografico ed analisi del sottosuolo al Dott. Ing. Pietro Martino (attuale assessore alle attività produttive della giunta Caparco) il quale ha firmato una Perizia relativa allo stato di inquinamento della zona Ex-Pozzi riscontrando la presenza massiccia di materiali inquinanti (su una superficie complessiva di 24.150mq, il volume di abbanco di rifiuti è di 74.150mq), per poi chiudere gli occhi sino ad oggi, fino a promuovere la costruzione di una centrale a biomasse su un territorio martoriato, probabile causa dell’alto tasso tumorale che negli ultimi tempi interessa la zona dell’Agro Caleno.
Per parte nostra, chiediamo a gran voce che i responsabili facciano chiarezza sulla vicenda, rivendichiamo l’immediato sequestro dell’area e che venga impedita la realizzazione della Centrale di Iavazzi e Caparco. Continueremo ad essere presenti sui nostri territori e a lottare dal basso, finché le nostre sacrosante richieste non verranno ascoltate.
Per discutere di tutto ciò, diamo appuntamento a 
domenica 23 Marzo alle h. 17.00 
nella Villa comunale di Calvi Risorta
per un’assemblea pubblica di preparazione della mobilitazione che ci vedrà di nuovo nelle strade dell’Agro Caleno sabato 29 Marzo. 
comitatoagrocaleno@gmail.com

giovedì 13 marzo 2014

Ambiente: per i cittadini è sempre in primo piano

La sera dell’11 marzo 2014, terzo anniversario dello tsunami che in Giappone ha causato migliaia di morti, feriti e sfollati, di cui 30000 circa ancora non possono rientrare nelle proprie case, in Italia e, per l’esattezza a Scauri di Minturno, una cinquantina di persone si è riunita per ascoltare ciò che c’era da dire sulla decommissioning della ex centrale nucleare del Garigliano.
Organizzatore dell’incontro, il Comitato Antinucleare Garigliano, invitati a parlare anche: Giuseppe D’Acunto, coordinatore del Circolo SEL di Minturno; Anna Laura Tocco, della neonata associazione “Odisseo”; Eugenio Monaco, titolare della segreteria tecnica nata per organizzare i Tavoli della Trasparenza laziali in tema di decommissioning per quanto riguarda la ex centrale nucleare di Borgo Sabotino.
Inizia l’incontro Massimo Penitenti che ringrazia i partecipanti ed espone le motivazioni che hanno portato il Comitato AG alla convocazione dell’assemblea e i quesiti che verranno posti al Tavolo della Trasparenza campano che si terrà giovedì 20 marzo 2014 si possono trovare QUI

Chiederemo, inoltre, notizie riguardanti le misure adottate, se ci sono, per prevenire incidenti alle trincee, eventualmente aperte per le operazioni a cui saranno sottoposte, in caso di esondazione del Garigliano.



Qui l’assemblea si apre anche ad altre problematiche relative all’ambiente e alla salute, con l’esposizione di Giuseppe D’Acunto che parla, appunto, delle emergenze sanitarie a cui devono sottostare i cittadini laziali per le quali SEL si sta attivando nelle sedi istituzionali, collaborando con la Giunta Zingaretti con l’evidenziazione delle criticità e con la proposta di soluzioni.
Si domandava, e ci domandava, D’Acunto, il perché solamente 30 cittadini laziali su 100 ha la reale possibilità di vedere un medico sull’ambulanza chiamata per una eventuale emergenza mentre gli altri 70 vedranno solamente, per quanto volenterosi, infermieri.
Un’altra vera e propria ingiustizia sono le lunghissime liste d’attesa presso le strutture sanitarie pubbliche, mettendo in evidenza la inutilità di certi interventi d’analisi troppo procrastinati nel tempo, si parla di tempi che superano i sei mesi, laddove la richiesta da parte di un medico è legata agli accertamenti su eventuali o manifeste patologie che necessitano di riscontri in tempi brevissimi.
Richiede una seria indagine epidemiologica a causa di una riscontrata elevata incidenza di patologie oncologiche dove l’interramento illegale di rifiuti, la centrale nucleare e la movimentazione di pet cock non possono che avere un ruolo importante nella diminuita salubrità del sud Pontino. Spiega, il dott. D’Acunto, che il pet cock o petroleum cock è un carbone risultante da tutte le lavorazioni del petrolio, un materiale che se rientra immediatamente nella produzione di energia diventa a sua volta un combustibile ma se movimentato e stoccato altro non è che un rifiuto industriale altamente inquinante. Il pet cock  arriva via nave a Gaeta per essere caricato su autotreni che lo portano in un deposito a cielo aperto presente appena pochi chilometri al di là del Garigliano ai margini della via Appia.
Ci parla  delle problematiche legate al pontile petrolifero di Gaeta che deve essere spostato e allungato per non molto chiare operazioni portuali dove da molti anni le navi che approdano scaricano solamente senza movimentare in uscita alcunché.
Prende la parola l’avv. Anna Laura Tocco di Gaeta spiegando che la neonata associazione “Odisseo” nasce per cercare di porre soluzione alle problematiche del Golfo di Gaeta con progetti eventualmente finanziati dalla Comunità Europea che spesso è costretta a ritirare denari già pronti in quanto non esistono progetti che li sappiano sfruttare.
Propone agli intervenuti e ai rappresentanti delle organizzazioni presenti di prendere contatto con Odisseo per partecipare e proporre progetti.

Prendendo la parola, l’ing. Eugenio Monaco, pone proprio l’accento su quanto poco e male sono utilizzati gli interventi economici provenienti dall’Europa.
Spiega che in tema di risoluzione dei problemi degli interramenti di rifiuti, legali e non, bisogna tenere conto che la bonifica dei siti è molto spesso più nociva e costosa della loro messa in sicurezza, infatti, quando si svuota una discarica il materiale spesso non può che essere spostato in un altro sito, non risolvendo, quindi, il problema ma procrastinando la sua soluzione; prima o poi, insiste Monaco, anche da quel nuovo sito bisognerà spostare i materiali riproponendo, praticamente all’infino, le medesime criticità. Meglio è una messa in sicurezza dei siti che con le tecnologie attuali diventa fattibile, naturalmente è una soluzione che necessita di una manutenzione, programmata e continua, a carico delle amministrazioni locali coinvolte. Spiega che di 42 interventi su discariche, effettuati nel 2013, solo 4 sono stati bonificati a cause di peculiari problematiche, gli altri sono stati tutti messi in sicurezza con sistemi adeguati.
Messo, l’ing. Monaco, a capo della Segreteria Tecnica istituita per seguire i Tavoli della Trasparenza dall’Assessore all’Ambiente per la regione Lazio, Dott. Fabio Refrigeri, annuncia che ormai mancano pochi passi burocratici per l’inizio dei lavori che,  riguarderanno principalmente lo smantellamento della ex centrale di Borgo Sabotino ma che, ritenendo inutile creare un doppione istituzionale, seguiranno quelli coordinati dall’Ass. all’Ambiente campano, dott. Giovanni Romano. Ci informa che nel protocollo di avvio del Tavolo laziale è espressamente messo in evidenza che ogni partecipante ai Tavoli, essendo già dipendente della Regione, non percepirà alcun ulteriore emolumento specifico.
Spiega che lo smantellamento della ciminiera, essendo sperimentale, necessita di seguire particolari procedure e manifesta l’intenzione di chiedere a Sogin se tali procedure sono state seguite non essendo i presenti in grado di soddisfare questa sua curiosità.
Invita tutti i partecipanti di contattare la Segreteria per richiedere la partecipazione ai Tavoli laziali, meglio se con dei rappresentanti del territorio, appena sarà reso utile un indirizzo elettronico ad-hoc, cosa che avverrà al più presto.
La dott.ssa Vanda Anselmi informa i presenti che il giorno 12 aprile 2014 alle ore 11:00 presso il Liceo “Alberti” di Minturno ci sarà un incontro con il dott. Antonio Marfella, oncologo molto vicino ai comitati che stanno combattendo per un ripristino della normale vita in quelle zone ormai  tristemente note come  “Terra dei Fuochi”.
Barbara Sartori rappresentante per l’Assemblea Popolare dei Cittadini del Golfo, di Formia, invita tutti a partecipare ad una manifestazione organizzata contro la chiusura del Centro Trafusionale presente nell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia. Un corteo sfilerà attraverso Formia a partire da Piazza Vittoria fino a giungere di fronte all’ospedale cittadino. Il  raduno è previsto per Sabato 15 marzo 2014 alle ore 16:00 proprio in Piazza Vittoria a Formia.
Dal pubblico nasce la proposta di indagini epidemiologiche geograficamente differenziate a causa di un manifesto aumento di casi di tumore, soprattutto riguardanti la tiroide.
Paolo Costa, rappresentante del M5S, informa che, in collaborazione con alcuni parlamentari, si è recato presso la ex centrale per avere un colloquio con i responsabili ai quali chiedere informazioni, riferisce, inoltre, di aver avviato un indagine epidemiologica geo-differenziata della quale darà notizie in poche settimane.

Personalmente ringrazio l’amico Giuseppe D’acunto, Anna Laura Tocco e Eugenio Monaco per l’ottima riuscita dell’incontro e come rappresentante del Comitato AG ringrazio il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’Assessore alle Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative ing. Fabio Refrigeri, Il Direttore Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative ing. Bruno Placidi, l’ing. Eugenio Monaco per il suo ruolo nella Segreteria Tecnica del Tavolo della Trasparenza nonché il dott. Raniero De Filippis per il fattivo avvio dei lavori per l’istituzione del Tavolo della Trasparenza laziale.
Massimo Penitenti


lunedì 10 marzo 2014

Incontro con le organizzazioni minturnesi

Con l'intento di diffondere il più possibile informazioni riguardanti i lavori di smantellamento della ex centrale nucleare del Garigliano ad opera della Sogin viene organizzata un'assemblea pubblica
martedì 11 marzo 2014  
ore 19,00
presso l'Albergo 
"Villa Eleonora" - Scauri di Minturno (Lt)
Il Comitato Antinucleare Garigliano Organizza quest'incontro in collaborazione con l'Associazione "Odisseo", da poco nata con l'intento di attivarsi per generare opportunità volte alla tutela e salvaguardia del Golfo di Gaeta, e in collaborazione con la sezione "A. Gramsci" di Sinistra Ecologia Libertà di Minturno - Scauri.
All'incontro sarà presente l'ing. Eugenio Monaco, coordinatore del neonato "Tavolo della Trasparenza" di cui è titolare il dott. Fabio Refrigeri, Assessore all'Ambiente per la regione Lazio. Gli incontri del Tavolo laziale riguarderanno i lavori di smantellamento della ex centrale di Borgo Sabotino e le informazioni raccolte da quello campano dove i rappresentanti laziali partecipano e collaborano per ciò che loro compete sui lavori di smantellamento della ex centrale del Garigliano.
Il Comitato AG inizierà i lavori dando informazioni sul "Tavolo della Trasparenza" e su cosa è emerso dagli incontri sin qui tenuti; il prossimo Tavolo doveva tenersi il giorno 12 marzo 2014 ma è stato spostato al giorno 20 marzo 2014.
Verranno fornite informazioni sui lavori svolti presso il sito della ex centrale, su quelli che si dovranno fare e su ciò che ancora non è stato fatto in disaccordo con i programmi prospettati.
I rappresentanti di SEL e dell'Ass. Odisseo esporranno loro proposte e intenti in tema di salvaguardia dell'ambiente e soprattutto su ciò che attiene le criticità riscontrate nei paesi che sul golfo di Gaeta si affacciano o che in qualche modo con il golfo si relazionano insistendo lungo il corso dei fiumi che vi affluiscono.
Sono stati invitati anche rappresentanti di organizzazioni non minturnesi che già partecipano al Tavolo della Trasparenza campano.
Tutte le organizzazioni che operano sul territorio minturnese sono state invitate a partecipare con loro rappresentanti che al termine dell'incontro esporranno richieste e istanze da portare al prossimo Tavolo, si raccoglieranno, inoltre,  proposte per come ci si dovrà in futuro rapportare con la Sogin e con le amministrazioni in tema di decommissioning