martedì 2 dicembre 2014
Per ora il deposito è abusivo
Durante un incontro tra le associazioni ambientaliste, le forze politiche, il Vescovo di Sessa Aurunca ed i legali della Intergroup, il capo settore dell'ufficio tecnico del comune di Sessa A., Pasquale Sarao affermò, dopo le ricerche d'obbligo, che il deposito di pet-coke della Intergroup non possedeva alcuna autorizzazione urbanistica per i manufatti presenti nel sito, quindi l'amministrazione, a fine novembre 2014, firma un'ordinanza per imporre l'abbattimento di tutti i manufatti.
Ovviamente e legittimamente, la Intergroup farà ricorso, ma si tratterà di una mossa da ritenersi orientata ad allungare i tempi entro i quali sarà obbligata a procedere con gli abbattimenti a meno che, presso gli archivi del comune di Sessa non saltino fuori le licenze che la Intergroup ritiene di avere, e sempre salvo che quell'area, a destinazione agricola, non riservi in qualche documento finora nascosto una deroga fatta apposta per quel sito.
Ma se così fosse, perché non sono state tirate fuori queste autorizzazioni o deroghe?
Perché, quasi sicuramente, non esistono, ma si sa, noi ambientalisti pensiamo sempre a male.
Inoltre, il sig. Andrea Barbieri Carones, parlando a nome della Intergroup, accusa gli ambientalisti di mettere a rischio 4000 posti di lavoro con la loro opera di denuncia.
Se le modalità di trasferimento del pet-coke da Gaeta a Sessa, adottate dalla Intergroup, fossero state più rispettose dell'ambiente, gli ambientalisti, nonostante le attualmente accertate illiceità urbanistiche, probabilmente, nemmeno si sarebbero accorte di cosa si andava facendo in quel sito, dopotutto, per 23 anni, nessuno aveva fatto caso a quei neri cumuli maldestramente occultati alla vista con barriere d'ogni sorta, tranne, ovviamente, Legambiente che sin dal 1991 ha fatto notare a chi di dovere che quel materiale non poteva essere trattato nei modi in cui era trattato. Tra l'altro, a quel tempo, il pet-coke non era l'innocua polvere adatta alla combustione in cui la trasformò il governo Berlusconi, bensì un rifiuto tossico industriale da trattare con le dovute cautele.
Ora Intergroup intende addossare la colpa agli ambientalisti sulle scelte di ridimensionamento del personale che intende adottare?
Il punto interrogativo va scritto in grande altrimenti qualcuno può dire che quest'ultima frase è un'affermazione.
Perché se veramente fossimo così potenti le cose in Italia forse andrebbero un po' meglio visto che si denunciano inquinamenti ad ogni piè sospinto ma questi vengono a galla solo dopo che son morte persone ed altre cominciano a manifestare apertamente i sintomi di malattie dovute all'inquinamento; qui non si possono fare esempi altrimenti ci vorrebbe tutta la nottata per leggerli.
Se butto del veleno e qualcuno muore, se qualcun altro tenta di impedirmi di continuare a buttare veleno, non è che sia proprio sbagliato, sbagliato, o no?
lunedì 7 luglio 2014
Lavori alla darsena di monte d'Oro
Come si presentava l'inizio del molo, giovedì 3 luglio 2014, subito dopo lo sversamento continuato anche nella giornata di venerdì 4 luglio 2014, del materiale dragato dal fondale della darsena
Come si presentava il medesimo punto sabato 5 luglio 2014 dopo che il mare, avendo pietà dell'uomo che avrebbe dovuto ivi balneare, ha ripreso tutto in seno a se.
Di seguito la richiesta di informazioni consegnata e protocollata, al Sindaco di minturno Paolo Graziano e all'Assessore Luca Salvatore.
Minturno, 6 luglio 2014
Alla cortese attenzione del Sindaco Paolo Graziano e dell’Assessore Luca
Salvatore
Oggetto: Lavori alla darsena di Monte d’Oro
Giungono molte segnalazioni da parte dei cittadini di Minturno riguardanti
lavori di dragaggio e successivo sversamento della sabbia del fondale della
darsena di Monte d’Oro a Scauri. Tale
materiale viene sollevato dal fondale e senza un’adeguata caratterizzazione
viene versato contestualmente al di là dell’estremità iniziale del molo.
Considerato che tale
sabbia ristagna per lungo tempo;
Considerato che in tale
sabbia si accumulano sia materiale organico che, potenzialmente, residui
derivanti dai motori delle barche ormeggiate
Si chiede se tale
materiale è da considerarsi adatto ad una prossima certa balneazione, vista la facile accessibilità
Si chiede, inoltre,
qualora i lavori fossero regolarmente autorizzati, di diffondere, tramite
manifesti, l’ordinanza autorizzativa, per rendere edotti i cittadini sia sulle
motivazioni che sulle modalità dei lavori in oggetto.
Distinti saluti
Per il Comitato AG
Massimo Penitenti
giovedì 26 giugno 2014
Lo Stato Minacciato
25 giugno 2014
Ieri ho avuto il grandissimo onore di poter partecipare all’incontro
organizzato in un luogo altamente significativo, il Campidoglio, invitato dalla Fondazione intitolata ad Angelo Vassallo, il sindaco Pescatore.
L’invito giunge dai fratelli Vassallo Dario e Massimo grazie
al contatto generato da Erminio Di Nora.
Il fatto che Dario manifesti un grande interesse per la rete
che le associazioni devono costruire contro la violenza delle organizzazioni
malavitose e della corruzione ci vede a lui solidali; il riunire in un così
importante contesto rappresentanti delle istituzioni che ritengono importante
lavorare per soddisfare le esigenze dei cittadini laddove spesso i servizi
vengono forniti quasi fossero piaceri ci da la forza di continuare nella lotta
alle ingiustizie e alle violenze fatte ai territori che amiamo.
Ho avuto l’opportunità di ascoltare il procuratore Nazionale
Antimafia Franco Roberti che ha esordito citando Tiziano Terzani cosa che mi
avvicina a lui in quanto ritengo la vita di Terzani un esempio di umanità sia empirica
che interiore.
Sono certo, e già ne ho avuto prova, che da questa esperienza nasceranno cose importanti.
Grazie Dario
Massimo Penitenti
sabato 14 giugno 2014
Studio sulla distribuzione dei radionuclidi nel Golfo di Gaeta - ENEA
giovedì 12 giugno 2014
Comunicato stampa Legambiente - 11 giugno 2014
Comunicato stampa relativo
ai controlli al porto di Gaeta
Circolo “Alfredo Petteruti” Sessa Aurunca
Domenica
8 giugno, nel porto di Gaeta è arrivata un’altra nave col suo carico di
pet-coke; lunedì 9, si sono concentrate nel porto Guardia Costiera,
Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia comunale, per controllare che le
operazioni di scarico dalla nave agli automezzi avvenissero secondo le
prescrizioni di legge. Siamo molto grati alle forze dell’ordine che meritano un
plauso per l’ attenzione rivolta a una problematica ormai avvertita e
dichiarata da Legambiente e varie associazioni e comitati di Gaeta e di Sessa Aurunca che condividono
le stesse preoccupazioni. Anche i cittadini, numerosi, fanno la loro parte,
collaborando con varie segnalazioni. Ma facciamo un passo indietro.
Ambiente,
Salute, Lavoro: queste le tematiche trattate nell’assemblea organizzata da
Legambiente nella giornata di sabato 7 giugno 2014. Le relazioni, tutte, hanno
riscosso un forte interesse da parte di un pubblico molto attento. Ma la
partecipazione sentita e l’inizio del
dibattito hanno anche fatto sforare di molto i tempi previsti,determinando
l’impossibilità di coordinare l’Amministrazione Comunale, le forze politiche
presenti, l’ARPAC, la ASL CE, la Chiesa, a esprimersi su quegli impegni e
proposte di soluzione inizialmente caldeggiati. Questo il motivo in
base al quale Legambiente ha spedito una
lettera al Sindaco di Sessa Aurunca, dott. Luigi Tommasino, nella quale gli si
chiede di promuovere, quanto prima, un
incontro tra le suddette forze alle quali, per conoscenza, è stata spedita la
stessa lettera.
. L’argomento sul
quale Giulia Casella, per Legambiente, ha intrattenuto il pubblico più a lungo,
è stato il pet-coke. Questo materiale, , derivato dalla raffinazione del
petrolio, per questo detto “feccia del
petrolio”, contiene una miscela di sostanze
estremamente pericolose, come idrocarburi
policiclici aromatici (IPA ), metalli
pesanti (vanadio, nichelio), che, oltre ad una tossicità intrinseca, sono
indicate anche come cancerogene (alcuni
come il benzo-pirene definiti tali dalla Organizzazione mondiale della Sanità)
) e/o mutagene. Arriva, a migliaia di tonnellate, al porto di Gaeta (Napoli e Salerno non hanno
voluto saperne), da Stati Uniti, Africa, Cina, Canada ecc.
Nell’assemblea,
il dott. Gaetano Rivezzi, responsabile regionale della Campania dei Medici per
l’Ambiente, oltre a ribadire la pericolosità del pet-coke, ha parlato di
epigenetica e incidenza dei tumori infantili in Campania. L’altro relatore,
dott. Giuseppe Messina, del Consiglio Nazionale di Legambiente, ha illustrato
le eccellenze dei prodotti agricoli della Campania, oltre alle molteplici possibilità di lavoro che può offrire
l’agricoltura stessa anche attraverso l’assegnazione dei terreni per usi civici.
Appassionato il messaggio mandato all’assemblea dal Vescovo della diocesi di
Sessa Aurunca, Mons. Orazio Francesco Piazza , il quale non ha potuto intervenire come
programmato per il verificarsi di eventi
imprevisti Egli si
dichiara attento ai delicatissimi temi trattati su cui “è urgente riflettere,
tutti insieme, per operare scelte positive che
tendano alla tutela e alla promozione del nostro Territorio”. Scrive
anche che il danno al territorio è un danno alle persone concrete e alle potenziali
risorse che garantiscono dignità e futuro alle persone. Infine invita tutti a
preparare insieme l’appuntamento di sensibilizzazione nazionale che si terrà ad
Aversa il prossimo 27 settembre 2014 proprio per un nuovo modello di sviluppo.
Invitiamo tutti a partecipare a
questo importante appuntamento al quale certamente non mancheremo.
Sessa Aurunca, 11 giugno
2014
per Legambiente
Giulia Casella
martedì 3 giugno 2014
ASSEMBLEA PUBBLICA
Si parlerà di problemi legati all'ambiente non solo del territorio di Sessa Aurunca ma anche di quelli legati al confinante basso Lazio, perché l'inquinamento se ne frega altamente dei confini amministrativi
SABATO, 7 GIUGNO 2014, ALLE ORE 16:30,
SALONE DEL CASTELLO DUCALE DI
SESSA AURUNCA
LEGAMBIENTE
ASSEMBLEA PUBBLICA
SULLE SEGUENTI TEMATICHE:
“AMBIENTE, SALUTE, LAVORO”
Sulle quali è indispensabile un
confronto chiaro e costruttivo
Con Istituzioni, Forze Politiche,Mondo delle Professioni…
INDIRIZZI DI SALUTO:
Dr. LUIGI TOMMASINO, Sindaco della
Città
Dr. LORENZO DI IORIO, Assessore
all’Ambiente
Introduzione: GIULIA CASELLA: 26 anni di
Legambiente, testimone del tempo, a difesa
della straordinaria bellezza del territorio
aurunco.
RELATORI:
-
GAETANO
RIVEZZI: Presidente Regionale della Campania dei Medici per l’Ambiente (ISDE):
-
“LA
TUTELA DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE -per
la promozione di una attività multidisciplinare”
GIUSEPPE MESSINA - Consiglio Nazionale di Legambiente, Coordinatore
tecnico Ministero Sviluppo Economico:
“RISORSE, BENI COMUNI E
LAVORO”
Interverrà S.E. Mons. ORAZIO
FRANCESCO PIAZZA Vescovo della Diocesi di
Sessa Aurunca
SEGUIRA’
DIBATTITO
mercoledì 14 maggio 2014
Richiesto incontro con il Comandante Nicastro
Come sempre nel nostro stile, pubblichiamo la lettera inviata al Comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta Cosimo Nicastro.
La lettera contiene la richiesta per un incontro volto a informare il Comandante su quanto stiamo riscontrando per quanto riguarda la scarico, il trasporto e lo stoccaggio del pet coke, situazione che riguarda un'area compresa tra Gaeta e Sessa Aurunca.
Ecco il perché di questa richiesta, la Capitaneria di Porto è l'autorità che abbiamo individuato che può darci una mano a capire cosa sta succedendo essendo l'unica istituzione che non confini comunali, provinciali o regionali per quanto riguarda la sua possibilità di azione ed essendo l'attività da noi osservata transcomunale, transprovinciale e transregionale, chi più del Comandante Nicastro ci può aiutare?
Ecco il testo.
La lettera contiene la richiesta per un incontro volto a informare il Comandante su quanto stiamo riscontrando per quanto riguarda la scarico, il trasporto e lo stoccaggio del pet coke, situazione che riguarda un'area compresa tra Gaeta e Sessa Aurunca.
Ecco il perché di questa richiesta, la Capitaneria di Porto è l'autorità che abbiamo individuato che può darci una mano a capire cosa sta succedendo essendo l'unica istituzione che non confini comunali, provinciali o regionali per quanto riguarda la sua possibilità di azione ed essendo l'attività da noi osservata transcomunale, transprovinciale e transregionale, chi più del Comandante Nicastro ci può aiutare?
Ecco il testo.
Alla cortese attenzione del Comandante la Capitaneria di Porto di Gaeta sig. COSIMO NICASTRO
OGGETTO: Richiesta incontro con la S.V.
Buongiorno, mi chiamo Massimo Penitenti e risiedo alla Via Monte Ducale, 33 in Minturno (Latina)
Sono un coordinatore del Comitato Antinucleare Garigliano e sono iscritto al Circolo “Petteruti” di Legambiente di Sessa Aurunca (Caserta).
Le scrivo per chiedere la possibilità di conferire con Lei per in merito a ciò che sta avvenendo in prossimità di un deposito di pet coke situato al km. 158, 400 di proprietà della “Interport”.
Dopo aver ricevuto molte segnalazioni riguardanti un evidente annerimento del tratto di Appia antistante il suddetto deposito mi sono recato sul posto in quanto già da anni conoscevo questa situazione per verificare da vicino quanto grave potesse essere diventata la situazione. Da questi sopralluoghi si è avuta evidenza che, a causa di un’abbondante dispersione di questo materiale dagli automezzi provenienti dal porto di Gaeta, entrambe le cunette a lato carreggiata sono abbondantemente ricoperte da polveri nere.
Sul lato direzione Sessa vi è una cunetta e, immaginando che riversasse le acque direttamente nel fiume Garigliano, abbiamo cercato lo sbocco di tale canaletta che cammina lungo la linea ferroviaria e finisce in prossimità del ponte ferroviario, proprio vicino alla riva del fiume.
A causa, inoltre, di articoli a mezzo stampa e di esposti da noi presentati, di cui allego copia, il comune di Sessa Aurunca ha chiesto all’azienda di intervenire con immediatezza ad una bonifica dell’area inquinata.
Dopo alcuni giorni notiamo alcuni operai coprire con teloni in plastica entrambi i bordi stradali iniziando, senza preventive caratterizzazioni e carotaggi, a rimuovere lo strato superficiale di circa 50 m. di un tratto del bordo direz. Roma.
Chiediamo telefonicamente all’azienda gestrice di quel tratto d’Appia, l’ANAS, se il cantiere attivato è di loro competenza, ci viene risposto che nessun loro cantiere è attivo in quell’area quindi chiediamo l’intervento del comune di Sessa che interrompe i lavori.
Chiediamo di sapere dove è stato depositato il materiali sin lì raccolto senza venire a conoscenza del suo smaltimento finale fino a che, il giorno 12 maggio 2014, troviamo in un terreno adiacente al canale di cui sopra, abbondanti quantità di materiale che al tatto, alla vista e all’olfatto si presentano decisamente somiglianti al pet coke, frammiste al terreno arato con l’evidente intento di occultarle, tenendo presente che vi sono evidenti tracce di veicoli per il movimento terra che hanno agito per riversare nel fiume parte del suddetto materiale.
Stavolta chiediamo l’intervento dei Carabinieri di Sessa Aurunca che dopo alcune ore di sopralluoghi mettono sotto sequestro alcune migliaia di metri quadri di fondo agricolo tutto prospiciente al Garigliano.
Sono anche disposto a fornirle copia del materiale video e fotografico di cui sono in possesso a supporto di quanto sin qui dichiarato.
Distinti saluti
Massimo Penitenti
Allegati:
Esposto 29 marzo 2014;
Cliccare sulle righe per accedere ai documenti
Rassegna stampa pet coke
scarico, trasporto e stoccaggio del pet coke, da Gaeta fino
a Sessa Aurunca
Articoli Comitato Antinucleare Garigliano
Dal portale www.h24.com
Da un quotidiano casertano:
altro quotidiano casertano:
Esposto di Legambiente dell'11 aprile 2014
Circolo Legambiente “Alfredo Petteruti”
Via XXI Luglio 107
Sessa Aurunca (CE)
Sessa Aurunca, 29 marzo 2014
Alla Procura della
Repubblica
Dott.ssa Raffaella
Capasso
S. MARIA C.V.
Alla Procura della
Repubblica
CASSINO
Al dott. Luigi
Tommasino, Sindaco del Comune di
SESSA AURUNCA
Al dott. Pasquale Sarao
Caposettore Uff. Ambiente Comune di
SESSA AURUNCA
All ‘On Giovanni
Romano, Assessore dell’Ambiente Regione Campania
NAPOLI
Al Prof. Paolo Bidello,
Assessore Ambiente della Provincia di
CASERTA
Al dott. Delle Femmine
ARPAC
CASERTA
Alla Dott.ssa Maria
Luigia Trabucco, Responsabile Servizio Ecologia ASL CE
SESSA AURUNCA
Al Commissariato P.S.
SESSA AURUNCA
Alla Stazione
Carabinieri
SESSA AURUNCA
Al Corpo Forestale
dello Stato
CASERTA
Al Presidente
Legambiente Campania
NAPOLI
Al dott. Fabio Refrigeri, Assessore Infrastr.,
Politiche abitative, Ambiente della Regione Lazio
ROMA
Al dott. Eugenio Maria
Monaco, Funzionario Regione Lazio
ROMA
infoambiente@arpalazio.it
Alla STAMPA
OGGETTO: bonifica cunette adiacenti a sito pet-coke su S.S.
Appia al km 158,400 direzione
Caserta
Gentili signori, da quanto evidenziato nelle foto allegate,
si sta procedendo a quella che viene definita bonifica, ossia una copertura con
materiale plastico, delle cunette della via Appia, adiacenti al sito di
stoccaggio del pet-coke, intrise di olii
e grassi. Su alcuni nastri è apposta anche la scritta “area
potenzialmente contaminata”Vorremmo sapere se, prima di procedere alla copertura,
- si siano effettuati carotaggi e/o esami specifici per accertare quanto e per quanto tempo le sostanze inquinanti sono penetrate nel terreno;
- se si è proceduto a prelevare e ad analizzare il materiale che vi è depositato;
- a quale profondità è penetrato nel terreno;
- se è penetrato nella falda acquifera che si trova a non grande profondità e con il fiume Garigliano a circa 100 metri di distanza.
Inoltre vi sottoponiamo di nuovo i quesiti scritti nel
precedente esposto.
Le iniziative poste in atto riguardano esclusivamente la
parte esterna del sito di stoccaggio del pet-coke, o si sta procedendo ad
approfondire i quesiti che sono stati proposti nell’esposto spedito per email o
fax il giorno 31 marzo 2014?
Intanto ve li riproponiamo:
Ø Esiste un progetto presentato da INTERPORT?
Ø Esiste una Valutazione di Impatto Ambientale?
Ø Quale superficie occupa il sito di stoccaggio del pet-coke?
Ø Qual è la capacità di stoccaggio?
Ø E’, oggi, la stessa per la quale è stata autorizzata nel 1991?
Ø Quanti autotreni arrivano in un
anno?
Ø Con quante tonnellate?
Ø Qual è la ditta che provvede al trasporto e con quale autorizzazione?
Ø Da quali Paesi arriva il pet-coke?
Ø Dove viene portato dopo lo stoccaggio sul sito dell’Appia?
Ø Quali altiforni va ad alimentare?
Ø Esiste un registro di carico e scarico?
Ø Chi controlla le bolle di accompagnamento?
Ø Perché lo stoccaggio di sostanze così pericolose avviene a cielo aperto?
Ø A quale profondità si trova la falda acquifera?
Ø Perché il sito non è stato dislocato in zona industriale?
Ø Chi ha autorizzato lo scavo del canale Papero Bis?
Ø Dove finiscono le acque meteoriche e quelle utilizzate per bagnare il
pet-coke?
Ø Ne è stata mai fatta una valutazione qualitativa e quantitativa?
La
responsabile del Circolo Legambiente
Giulia Casella
P.S. Si chiede inoltre:
Ø
esistono
vasche dis-oleatrici?
Ø
dove vengono
scaricate le acque del canale detto “Papero
bis”?
Ø
dopo
quale eventuale trattamento disinquinante?
Esposto di Legambiente del 23 marzo 2014
Circolo Legambiente “Alfredo Petteruti”
Via XXI Luglio 107
Sessa Aurunca (CE)
Sessa Aurunca, 29 marzo 2014
Alla Procura della
Repubblica
Dott.ssa Raffaella
Capasso
S. MARIA C.V.
Alla Procura della
Repubblica
LATINA
Al dott. Luigi
Tommasino, Sindaco del Comune di
SESSA AURUNCA
All ‘On Giovanni
Romano, Assessore dell’Ambiente Regione Campania
NAPOLI
Al Prof. Paolo Bidello,
Assessore Ambiente della Provincia di
CASERTA
Al dott. Delle Femmine ARPAC
CASERTA
Alla Dott.ssa Maria
Luigia Trabucco, Responsabile Servizio Ecologia ASL CE
SESSA AURUNCA
Al Commissariato P.S.
SESSA AURUNCA
Alla Stazione Carabinieri
SESSA AURUNCA
Al Corpo Forestale
dello Stato
CASERTA
Al Presidente
Legambiente Campania
NAPOLI
Alla STAMPA
OGGETTO: Stoccaggio pet-coke in località “Cancello” di Sessa
Aurunca, km 158,400 della statale Appia
Leggiamo su documenti esistenti presso il Comune di Sessa
Aurunca che l’impresa INTERPORT s.a.s, è stata autorizzata a stoccare il pet
coke il 21/08/1991 con autorizzazione
sanitaria n. 339 dell’Uff. Annona e Commercio del Comune di Sessa Aurunca, in
località “Cancello” al km 158,400 della S.S. Appia.
L’A.D .della Società, all’epoca, era il sig. Nicola Di
Sarno, residente in Formia.
OSSERVAZIONI SUL
PET-COKE
E’ noto che il pet-coke contiene percentuali di zolfo
notevolmente superiori a quelle prescritte per i combustibili utilizzati in
raffineria:
si tratta
di un carbone artificiale ottenuto nell'industria petrolifera dal processo di
condensazione per piroscissione di residui petroliferi pesanti e oleosi.
Il pet-coke contiene una miscela di sostanze
estremamente pericolose, come idrocarburi policiclici aromatici (IPA ), metalli
pesanti (vanadio, nichelio), alto contenuto di zolfo (anche oltre il 7%) e
cloro. Le sostanze contenute nel pet-coke, oltre ad una tossicità intrinseca,
sono indicate anche come cancerogene (alcuni come il benzo-pirene-OMS-) e/o
mutagene.
La prima proprietà provoca tumori di vario
genere, la seconda, modificazioni genetiche, da cui le malformazioni nei
nascituri.
In particolare per il Vanadio si osserva che:
L'acqua per il consumo
umano non ne deve contenere più di 50 microgrammi per litro (un microgrammo è
la milionesima parte di un grammo) secondo il D.Lgs 02/02/2001 n.31, e,
presumibilmente, la falda acquifera è a pochi metri di profondità.
Il vanadio può avere un certo numero di effetti
sula salute umana, quando l'assorbimento è troppo alto. Quando la presa di
vanadio avviene attraverso l'aria, può causare bronchite, polmonite e, in caso di effetti acuti,anche irritazione
di polmoni, gola, occhi, cavità nasali
ed altre conseguenze.
Poiché le operazioni di carico e scarico, vengono
eseguite nel porto,
la pericolosità del vanadio è collegabile al bioaccumulo, ovvero alla
maggiorata concentrazione di tale elemento nella fauna ittica (granchi, mitili)
Il più pericoloso è il pentossido di vanadio come confermato dall’OSHA
(l’ente statunitense per la sicurezza sul lavoro).
Per quanto concerne l’IPA (Idrocarburi
Policiclici Aromatici), secondo le Direttive Europee, a sei di questi
idrocarburi a sei di questi idrocarburi (benzo(a)pirene, benzo(a)antracene,
dibenzo( a,h)antracene, benzo(b)fluorantene,benzo(j)fluorantene,
benzo(k)fluorantene) è associata la fase di rischio R45 (può
provocare il cancro) o R49 (può provocare il cancro per inalazione) .
NORMATIVE DI RIFERIMENTO
L'art.2 comma 2 della D.lgs 14 marzo 2003 (GU
n.87 del 14/04/2003 – Attuazione delle direttive 199/45/CE e
2001/60/CE relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura
dei preparati pericolosi quale materiale pericoloso in quanto infiammabile) è
molto esplicito alle lettere b), d 2),
l), m), n), q)
Quanto
sia pericoloso questo materiale lo sanno
a Gela, città coinvolta, nel 2002, in
una clamorosa vicenda giudiziaria proprio a causa del PET-COKE di cui il Gip di
Gela dispose il sequestro in quanto IL DECRETO Ronchi lo classificava come
rifiuto, ma poi il Governo dell’epoca trasformò questo materiale da rifiuto a
combustibile e la Procura dovette emettere decreto di dissequestro.
E’ lo stesso motivo che indusse noi del Circolo di Sessa che avevamo
cominciato a occuparci della questione, a desistere.
Ricordiamo
inoltre la sentenza della Cassazione -Sez.III Penale - del 10 luglio 2008 n.
28229 , la quale attraverso una articolata ed esauriente argomentazione,
ripercorrendo i vari interventi legislativi e giurisprudenziali che si sono
avuti in materia giunge a formulare alcuni importanti principi di diritto.
La Corte,
evidenzia la connessione che intercorre tra la previsione dell'art. 185, primo
comma, lett. i), con il successivo art.293 del medesimo D.Lgs. n.152 che
prevede che negli impianti disciplinati dal titolo II della parte quinta( sulla
tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera ), inclusi gli
impianti termici civili di potenza termica inferiore al valore di soglia,
possono essere utilizzati esclusivamente combustibili previsti per tali
categorie di impianti all'Allegato X ivi previste (All. n. 40).
Tale allegato,
nell'elencare i combustibili di cui è consentito l'utilizzo negli impianti di
cui al titolo I, ha espressamente previsto l’uso del pet-coke a determinate
condizioni:
a) negli
impianti di combustione termica nominale uguale o superiore a 50 MW è
consentito l'utilizzo di pet-coke con contenuto di zolfo non superiore al
3% in massa rispondente alle caratteristiche indicate in parte II,
sezione 2, paragrafo 1, riga 7;
b) negli
impianti di combustione termica nominale uguale o superiore a 300 MW è
consentito l'utilizzo di pet-coke con contenuto di zolfo non superiore al
6% in massa rispondente alle caratteristiche indicate in parte II,
sezione 2, paragrafo 1, riga 7;
Dunque:
"È solo rispettando queste prescrizioni che il pet-coke,
commercializzato e destinato alla combustione, può essere utilizzato come
combustibile; in assenza del rispetto delle prescrizioni, è applicabile l'ordinaria
disciplina dei rifiuti con conseguente configurabilità del reato previsto
dall'art. 256 D.Lgs. n.152/2006 (attività di gestione dei rifiuti non
autorizzata ) anche alla luce delle più recenti normative emanate per la Terra
dei fuochi (Decreto 10 dicembre 2013, n. 136 (Gazzetta
Ufficiale - serie generale - n. 289 del 10 dicembre 2013 convertito con Legge
6 febbraio 2014, n. 6 (GU Serie
Generale n.32 del 8-2-2014) art. 1 comma
5).
LOCAZIONE
DELL’IMPIANTO
I luoghi deputati al transito e stoccaggio
di questo pericoloso materiale sono il PORTO DI GAETA, in pieno centro
cittadino,dove il pet-coke viene scaricato da navi provenienti da ogni parte
del mondo, e la località “CANCELLO” in SESSA AURUNCA, al km 158,400 della S.S.
Appia, dove viene stoccato A CIELO APERTO, nei pressi del fiume Garigliano e
praticamente a fianco della strada ferroviaria, in piena zona coltivata a
pescheti e con allevamenti di bufale dal cui latte, in una vicina azienda, si
produce mozzarella.
Da non sottovalutare che il
deposito può inquinare il suolo, il
sottosuolo e la falda acquifera, nonché l’aria, liberando polveri dannose.
Solitamente lo scarico
avviene con due principali modalità , definite nella terminologia internazionale
grab unloading ( scarico a benna) e suction unloading ( scarico
per aspirazione ).
Il primo
sistema di trasferimento " Grab" è meccanico ( gru a benna e
tramoggia ); con sistemi meccanici si realizzano i trasferimenti dei carichi da
nave a banchina, da banchina a camion, da camion a magazzino o sito di
stoccaggio; questa modalità sembra particolarmente in causa nella
determinazione della polverosità.
Particolarmente
problematico l’aspetto del caricamento dei camion, dato che, oltre ai trasferimenti
diretti da nave agli utilizzatori esterni, vengono utilizzati camion che non
sono del tipo che permette l’isolamento ermetico del carico (Dumper).
*Pet coke nei canali di scolo dell’acqua
lungo l’Appia*
Tra
l’altro, talvolta, si usano anche camion senza teli di copertura e con un
carico che supera in altezza il limite dei cassoni.
Il trattamento (carico, scarico e deposito) del Pet-coke
deve seguire le regole dettate dal decreto del Ministero della Sanità
(28-4-1997) concernente il trasporto di sostanze pericolose.
L’area in cui sorge
il sito di stoccaggio si trova all’interno di una zona ad alta vulnerabilità degli
acquiferi, trovandosi a pochi metri dal fiume Garigliano e, data l’alta
piovosità verificatasi in questi mesi, essendo le acque convogliate in un
canale dal nome “Papero Bis”, chi ci assicura che non si sia verificato
l’inquinamento del fiume, se non della falda acquifera?
Secondo la
normativa, per le aree di pertinenza dei settori o attività sono obbligatorie:
a) l'impermeabilizzazione
dell'area stessa;
b) la realizzazione di un
sistema di raccolta delle acque di prima pioggia e di lavaggio a tenuta e tale
da impedire l'immissione delle acque eccedenti quelle di prima pioggia, se del
caso, con attigua vasca volano;
c) la realizzazione di un
idoneo trattamento delle acque raccolte in siti o il convogliamento di tali
acque in impianti di depurazione con modalità tali da rispettare le normali
portate diluite della rete.
L’Autorità competente deve accertare se questi parametri sono stati
adottati dalla Interport.
E’ prevista la valutazione del rischio qualora un
autoveicolo durante la fase di trasporto dal porto al sito di stoccaggio
dovesse subire un incidente? Ricordiamo che il pet-coke è infiammabile e la sua
combustione provoca produzione di polveri sottili altamente dannose alla
salute, immaginate che questo possa accadere in estate, su una strada ad intenso
traffico.
FONTI: Legambiente, WWF, Arci
N.B.:
Il Circolo Legambiente di Sessa Aurunca che, circa 12 anni fa, si occupò della
problematica esposta, desistette dopo aver constatato che il Governo dell’epoca
aveva classificato il pet-coke come combustibile e non più come rifiuto.
Inoltre gli stessi Carabinieri del Noe, l’ARPAC e altre Autorità avevano
dichiarato, dopo vari sopralluoghi, che l’impianto era conforme alle normative
vigenti all’epoca.
TUTTO CIO’ PREMESSO SI PONGONO I SEGUENTI QUESITI ALLE
AUTORITA’ IN INDIRIZZO
Ø Esiste un progetto presentato da INTERPORT?
Ø Esiste una Valutazione di Impatto Ambientale?
Ø Quale superficie occupa il sito di stoccaggio del pet-coke?
Ø Qual è la capacità di stoccaggio?
Ø E’, oggi, la stessa per la quale è stata autorizzata nel 1991?
Ø Quanti autotreni arrivano in un
anno?
Ø Con quante tonnellate?
Ø Qual è la ditta che provvede al trasporto e con quale autorizzazione?
Ø Da quali Paesi arriva il pet-coke?
Ø Dove viene portato dal sito dell’Appia?
Ø Quali altiforni va ad alimentare?
Ø Esiste un registro di carico e scarico?
Ø Chi controlla le bolle di accompagnamento?
Ø Perché lo stoccaggio di sostanze così pericolose avviene a cielo aperto?
Ø A quale profondità si trova la falda acquifera?
Ø Perché il sito non è stato dislocato in zona industriale?
Ø Chi ha autorizzato lo scavo del canale Papero Bis?
Ø Dove finiscono le acque meteoriche e quelle utilizzate per bagnare il
pet-coke?
Ø Ne è stata mai fatta una valutazione qualitativa e quantitativa?
La
responsabile del Circolo Legambiente
Giulia Casella
lunedì 12 maggio 2014
Trovato il pet coke disperso sull'Appia?
12 MAGGIO 2014
Sono circa le nove che ricevo una telefonata da Giuseppe
Vitale, coordinatore dell’associazione di volontariato dedicata al monitoraggio
ambientale “Big Brother”.
Il giorno prima ha risalito il Garigliano in barca e ha
notato alcuni sversamenti illegali di rifiuti sia sulla sponda laziale nei
comuni di Minturno e di SS. Cosma e Damiano e ha notato, inoltre, una
manomissione recente della sponda campana sotto al ponte ferroviario nella
parte a valle.
Chiamo Carlo Sparagna, proprietario della masseria che si
trova sull’Appia subito dopo il deposito di pet coke della “Interport” in
quanto conosce bene la zona essendo stato proprietario di un pescheto disteso
oltre l’argine adiacente all’Appia che arrivava fino a sotto il ponte
ferroviario ma dalla parte a monte.
Il giorno prima mi aveva chiamato padre Roberto, lui segue
una piccola comunità religiosa della “Chiesa Cattolica Carismatica” ospitata
presso la struttura di Carlo. Sapendo che sto seguendo il caso pet coke voleva
ragguagli sulla faccenda, anche la sua chiesetta è vittima delle nere polveri
provenienti dal deposito.
Approfitto della situazione, prendo appuntamento con Carlo e padre Roberto e
una volta chiarito cosa voglio fare ci avviamo in macchina lungo la strada
oltre argine per raggiungere il fiume.
Lasciamo l’auto e dopo essere passati sotto al ponte subito
riconosco il punto indicato da Giuseppe.
Una trentina di metri di riva hanno di recente visto l’azione
di una ruspa ed è molto evidente che dopo aver spianato una parte del terreno
lo scavatore ha spinto residui di plastica, letame e stallatico giù per la
sponda.
Sto da tempo in allerta per capire dove possano aver buttato
quello che alcuni operai hanno scavato dal bordo dell’Appia dopo la nostra
denuncia di dispersione di pet coke durante le fasi di trasporto di questo materiale
da Gaeta fino a Sessa, quindi, insospettito, smuovo la superficie del terreno e
subito salta fuori della polvere compatta che assomiglia dannatamente al pet
coke.
Avanzo nel terreno. Il mio intento è quello di trovare pezzi
di quella plastica con la quale hanno ricoperto entrambi i bordi dell’Appia,
sarebbero il segnale che si tratta proprio del punto dove hanno sversato il
materiale scavato.
Carlo, che nel frattempo già si era addentrato nel terreno
mi chiama e mi dice di andare a vedere.
Quello che mi si presenta davanti è terribile, il terreno
che sembrava semplicemente arato mostra le creste esterne dei solchi di colore
nero in netto contrasto con il colore ocra chiaro del terreno, la differenze si
nota di più guardando in direzione Appia, là il terreno è tutto chiarissimo.
Si capisce benissimo cose è successo: sono entrati nel fondo
dall’Appia, hanno raggiunto con i camion il punto più lontano dalla strada che
è poi il bordo del fiume, hanno scaricato il materiale e dopo essersene andati hanno arato come se
niente fosse.
Nel bel mezzo della parte di terreno piena di sostanze nere
vi si possono trovare le classiche cose che stanno su un bordo di strada: bottiglie
di vetro e di plastica; frammenti di parti di automobile; frammenti di copertone
e altre amenità del genere; strati anneriti di erba fresca con la zolla
sottostante nera come il carbone. Tutto, rigorosamente ricoperto di frammenti
di pet coke.
Ora, può anche essersi verificato lo sbarco di creature
aliene al sistema solare e, non sapendo dove buttare il pet coke ma avendo
scoperto che sul nostro pianeta siamo abbastanza elastici in tema di interramento
di rifiuti, abbiano deciso di scaricarlo proprio vicino al Garigliano ma, forse
perché sono troppo stupido, io non ci credo proprio tanto tanto.
Insieme a Giuseppe che nel frattempo ci ha raggiunto, abbiamo chiamato amici e autorità. Arrivano Giulia Casella, presidente di Legambiente di Sessa Aurunca, i Carabinieri di Sessa Aurunca con il Capitano Ciervo, i Carabinieri di Baia Domizia, un’auto del comune di Sessa con a bordo il capo settore Ambiente, dott. Serao e il responsabile all’Ecologia sig. Di Resta.
Insieme a Giuseppe che nel frattempo ci ha raggiunto, abbiamo chiamato amici e autorità. Arrivano Giulia Casella, presidente di Legambiente di Sessa Aurunca, i Carabinieri di Sessa Aurunca con il Capitano Ciervo, i Carabinieri di Baia Domizia, un’auto del comune di Sessa con a bordo il capo settore Ambiente, dott. Serao e il responsabile all’Ecologia sig. Di Resta.
Verificato che non avevamo preso alcun abbaglio e che il
sospetto si trattasse di interramento illegale di rifiuti era decisamente ben
fondato, i Carabinieri si sono attivati per avviare le procedure di
individuazione dei proprietari o usufruttuari del fondo e per le procedure di
sequestro dello stesso.
A questo punto, si era nel frattempo fatta l’una, accompagno
padre Roberto e Carlo a casa e con Giulia seguo l’auto dei Carabinieri fino
alla stazione di Baia Domizia dove notifichiamo ufficialmente le nostre
dichiarazioni corredandole con le fotografie che avevamo scattato e con i due
esposti fatti da Legambiente per denunciare la dispersione di pet coke sull’Appia
in prossimità del deposito della “Interport”, esposti consegnati alle Procure
della Repubblica di Cassino e di Caserta, alle ARPA laziali e campane, ai
comuni di Sessa Aurunca e Gaeta e agli assessorati all’Ambiente campani e
laziali.
Alle due, finalmente, stavo a casa.
Siamo in attesa di ulteriori sviluppi.
Massimo Penitenti - 13 maggio 2014
Siamo in attesa di ulteriori sviluppi.
Massimo Penitenti - 13 maggio 2014
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