domenica 31 ottobre 2010

Garigliano: sfiorata la catastrofe nucleare


Garigliano: sfiorata la catastrofe nucleare
Rischiata una Chernobyl italiana per un errore dovuto a incoscienza
di Luca Romano
«Il suono era assordante. Prima
di allora gli allarmi li avevo sentiti solo per le esercitazioni. Quel giorno, però, erano veri. Nessuno di noi ebbe tempo per la paura. Dovevamo trovare una soluzione e farlo al più presto». Alfredo Gragnano, addetto alle teletrasmissioni, si trovava nella sala controllo della centrale nucleare del Garigliano quando avvenne, forse, il più grave dei dieci incidenti importanti segnalati dall’allora Cnen nella storia dell’impianto. Era il novembre
del 1979 e un’alluvione minacciava la centrale. «L’acqua continuò a salire ed era già penetrata nei piani interrati dei serbatoi. A mezzogiorno con i mezzi anfibi dei vigili del fuoco, fu evacuata parte del personale. Nell’impianto rimanemmo in pochi, una quindicina di persone in tutto. Verso le sette di sera ci fu un black out nella rete nazionale.
Il reattore era fermo per delle riparazioni e avremmo dovuto prelevare l’elettricità dalla vicina centrale idroelettrica di Suio. Avevamo la priorità, ma nulla. Anche quell’impianto era fermo a causa dell’alluvione. Fu allora che scattarono gli allarmi: i generatori di emergenza della centrale non entrarono in funzione.
A quel punto le pompe di raffreddamento erano spente e il nocciolo rischiava di fondersi. Furono minuti lunghissimi, oggi ripenso con gratitudine al tecnico che riusci a riparare il guasto in tempo». L’appuntamento è sul lungomare, poco distante dalla foce del Garigliano.
Con Alfredo Gragnano c’è Luigi De Canditiis, per trent’anni radiotecnico alla centrale. «Io resto un nuclearista convinto», chiarisce subito, «il giorno dell’incidente non ero in servizio, ma dalle analisi fatte dopo sono sicuro che non ci furono conseguenze dannose». Trent’anni dopo la centrale è ancora lì, al confine tra Lazio e Campania, un’enorme sfera bianca su cui svetta un altissimo camino. Spunta lungo una stradina
che attraversa la piana del Garigliano. Tutt’intorno, campagna.
A duecento metri una sbarra e una rete di filo spinato impediscono di avvicinarsi oltre. É spenta dall’82. Oggi la Sogin, società incaricata della dismissione dei vecchi impianti atomici, assicura che «lo smantellamento
avverrà in modo sostenibile, adottando i più alti standard di sicurezza». In mancanza di un deposito nazionale, resta però da capire quando e, soprattutto, dove finiranno le migliaia di fusti radioattivi stipati
ancora nell’impianto.
Vista da fuori la centrale divide nuclearisti e anti-nuclearisti.
«Ha prodotto danni incalcolabili», denuncia Giulia Casella, memoria
storica di Legambiente, «Pochi giorni dopo l’alluvione 25 vitelli furono trovati morti. Il professore Alfredo Petteruti, con le facoltà di veterinaria di Napoli, Agraria di Portici e Biologia di Roma, effettuò una ricerca comparata sugli allevamenti della zona, documentando una crescita esponenziale di malformazioni gravi». La Sogin risponde con uno studio realizzato dall’Università di Caserta nel 2003 nel quale si sostiene che «l’impatto della centrale nucleare sull’ambiente è stato del tutto trascurabile». E’ uno scontro condotto a colpi di perizie, finito talvolta in tribunale, che vede gli esperti schierati su fronti opposti senza né vincitori
né verità definitive.
Le voci di dentro, quelle dei tecnici che vi lavoravano, offrono, intanto, uno spaccato di quella che fu la prima avventura atomica all’italiana. «Era una centrale sperimentale e noi ne siamo stati i pionieri - racconta Luigi- il personale era sottoposto ad analisi mensili e non ho mai temuto per la mia salute. Basta calcolare i rischi e essere informati. Certo alla luce dei progressi tecnologici il nostro era un ferro vecchio».
Se non nella forma, sicuramente nella sostanza, quello che era stato detto al Comitato del Congresso
americano per l’Energia Atomica dagli ingegneri Hubbard e Brindebaugh già nel 1975. I due, dopo essersi dimessi dal ruolo di responsabili tecnici della General Eletric, la società che aveva progettato la centrale del Garigliano, dichiararono che quel tipo di reattore non offriva garanzie.
Troppi rischi. Ma in Italia di quelle testimonianze non si tenne conto. Anzi. «Gli ultimi due anni di attività (dal ‘76 al ‘78 n.d.r.) furono quelli di massima produzione - continua Luigi
- passammo da uno standard di 100 megawatt a 160. Un po’ come guidare un auto con il piede
sempre premuto sull’acceleratore.
Si voleva recuperare il terreno perso nei primi anni».
Quella corsa si arrestò per un’avaria. Due anni dopo un rapporto della Commissione consultiva per la sicurezza nucleare elencava gli interventi necessari per rimettere in moto il reattore. Tra questi, anche un nuovo sistema di raffreddamento di emergenza. Un accorgimento suggerito, forse, dall’incidente del novembre ‘79. Al Garigliano arrivarono tecnici giapponesi, ma i lavori non si fecero mai. I costi troppo alti imposero lo stop definitivo. «Mi spaventava l’incoscienza - dice Alfredo - ebbi modo di leggere rapporti riservati di quegli anni. Scoprì che nel nucleo, alcune barre di uranio, il combustibile previsto per la nostra centrale, erano state sostituite con combustibile contenente plutonio. Allora non ebbi il coraggio di denunciare per paura di essere licenziato».
Il collega conferma: «Era una notizia che circolava tra i dipendenti della centrale.
La cosa non mi sorprendeva, del resto dovevamo sperimentare». Qualche errore, però, lo ammette,
«i materiali potenzialmente contaminati, come tute da lavoro
e attrezzi, venivano chiusi in sacchi e gettati in fosse. Le chiamavamo trincee, funzionavano
come comuni discariche. Nel percolato che producevano furono riscontrate particelle radioattive».
Un fatto denunciato dal neonato Comitato antinucleare del Garigliano.
Dopo l’annunciato ritorno all’energia atomica, ventuno sindaci del comprensorio sono scesi in campo schierandosi con gli ambientalisti.
«Chiediamo che venga effettuata una seria indagine epidemiologica e si proceda in tempi rapidi alla dismissione» spiega Antonio Raimondi, primo cittadino di Gaeta.
In un documento politico congiunto si legge: «la centrale ha causato ingenti danni agli abitanti con l’aumento dell’incidenza di tumori e malformazioni;
come rivelato da campagne radioecologiche dell’Enea, ha contaminato oltre 1700 kmq di mare con cesio 137 e cobalto 60».
Il lungomare è affollato dai bagnanti.
Della denuncia dei sindaci sulla presenza di metalli radioattivi in mare d’altra parte non c’è traccia. Né un avviso, né un divieto di balneazione.
Luigi sorride: «non c’è da temere».

17 commenti:

  1. Scrivete: Verso le sette di sera ci fu un black out nella rete nazionale ….. il nocciolo rischiava di fondersi
    COMMENTO: l’impianto era fermo da circa 15 mesi, come faceva a fondere il nocciolo?

    SCRIVETE: Pochi giorni dopo l’alluvione 25 vitelli furono trovati morti.
    DOMANDA: che volete dire?

    scrivete: Gli ultimi due anni di attività (dal ‘76 al ‘78 n.d.r.) furono quelli di massima produzione, continua Luigi,
    passammo da uno standard di 100 megawatt a 160. Un po’ come guidare un auto con il piede
    sempre premuto sull’acceleratore.
    Si voleva recuperare il terreno perso nei primi anni.
    COMMENTO: in realtà la potenza nominale della centrale era dalla sua costruzione 160 MWe, non si capisce quindi cosa intende dire il Luigi

    SCRIVETE: alcune barre di uranio,..., erano state sostituite con combustibile contenente plutonio. Allora non ebbi il coraggio di denunciare per paura di essere licenziato.
    COMMENTO: cosa avrebbe dovuto denunciare? Tutto il personale almeno quello specialistico, lo sapeva, l'ENEA lo sapeva e autorizzava, tutto si svolgeva sotto la supervisione ENEA.

    SCRIVETE: Le chiamavamo trincee, funzionavano
    come comuni discariche. Nel percolato che producevano furono riscontrate particelle radioattive.
    COMMENTO: senza dati numerici l'affermazione non ha significato.

    SCRIVETE: la centrale ha causato ingenti danni agli abitanti con l’aumento dell’incidenza di tumori e malformazioni
    COMMENTO: chiedo riferimenti a studi precisi.
    La radioattività rilasciata dalla c.le durante il suo finzionamento addizionata al fondo ambientale ha sempre causato una dose alla popolazione inferiore a quella assorbita dagli abitanti di zone come i Campi Flegrei
    SCRIVETE: come rivelato da campagne radioecologiche dell’Enea, ha contaminato oltre 1700 kmq di mare.
    COMMENTO: Potete dare riferimenti precisi alle campagne Enea e riportare i dati quantitativi?
    SALUTI
    CAVALLOPAZZO

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  2. Carissimo Cavallo pazzo, l'Enea ufficialmente non ha mai affermato di aver utilizzato uranio.
    L'Enea ha svolto analisi ambientali dalle quali risultava una contaminazione della parte nord del golfo di Gaeta di metalli pesanti e radionuclidi.
    La potenza nominale del reattore era di 160 Mwh, camminava a regime producendo 100 MGW, mandarla al massimo ne ha compromesso il sistema di raffreddamento tanto da rendere molto costose le riparazioni, fatto che ne ha portato la chiusura prima del fermo dato dal referendum.
    La temperatura dei liquidi di raffreddamento deve rimanere sotto controllo per molto tempo anche dopo un fermo e all'epoca, benchè non immettesse in rete energia elettrica, l'impianto era attivo.
    Poco dopo l'alluvione vennero trovati dei vitelli morti non per annegamento.
    Delle trincee abbiamo fotografie scattate durante lo scavo e durante il riempimento. foto diffuse in convegni e inserite nel documento di programmazione di decomissioning redatto dalla Sogin.
    Luigi era l'analista radiologico, l'imprecisione di Luca Romano dove lo definisce radiotecnico può averti portato a comprendere che avesse un diverso ruolo da quello che effettivamente aveva, nella realtà analizzava tutto quello che la centrale doveva rimettere in ambiente, dalle acque di raffreddamento, al terreno intorno alle trincee, ai fumi che venivano liberati attraverso il camino ecc.
    Le uniche analisi fatte dopo la chisura della centrale riportano effettivamente che la radioattività della zona circostante l'impianto risulta essere entro i livelli di fondo maggiorati solamente dai residui della nube provenuta da Chernobyl quindi molto bassi, ciò però è dovuto proprio al fatto che la centrale era ferma da anni quindi i risultati di questa analisi portano semplicemente a pensare che fermarla è stata una cosa intelligente.
    Per meglio capire questi valori bisogna compararli con analisi fatte nei pressi di impianti attivi, così da avvalorare la tesi che una centrale ferma è meglio di una attiva.
    Dati derivanti da raccolta dati fatta all'epoca dell'attività della centrali effettuati da Marcantonio Tibaldi, faceva notare quanto i numeri fossero davvero tristi.
    Un abbraccio

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  3. "Carissimo Cavallo pazzo, l'Enea ufficialmente non ha mai affermato di aver utilizzato uranio."
    Scusa intendevo dire plutonio. Infatti le barre di moderazione non erano adatte a moderare l'attività di questo materiale. Come non risulta da nessuna parte che scorie di prima e seconda categoria, a causa del fermo dell'impianto di lavaggio della centrale di Borgo Sabotino ordinato dal prefetto di Latina, fossero state portate nel sito di Sessa, con modalità, tra l'altro, decisamente poco ortodosse, come risultava dalle fotografie fatte ai documenti di carico e scarico, fotografie purtroppo scomparse. Si potrà obiettare che senza foto non esistono prove. E' vero, ma noi che raccogliamo dati su questo sito da decine di anni ormai, troppi documenti abbiamo visto smarrire e scartare per non tenerne conto quando ne parliamo.

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  4. Cara/o amica/o innanzi tutto grazie della risposta. Credo molto nella valenza del dialogo, anche fra persone di idee diverse, anzi se la pensassimo esattamente allo stesso modo potremmo dirci poco, solo magari: siamo d’accordo. Noto che l’attenzione sulle vicende dell’uso pacifico dell’en nucleare è viva e questo è bene; magari avessimo la stessa attenzione per molti altri fatti che lo meriterebbero anche di più. Noto anche molta ignoranza, che, per il largo pubblico è scontata, non potendo ognuno di noi essere non dico esperto ma bene informato su tutte le complesse cose della ns società. Purtroppo l’ignoranza è sfruttata dai manipolatori e dai professionisti della disinformazione: badate bene non ce l’ho con voi, intuisco che siate gente preoccupata del benessere della propria comunità e interessata alla propria salute. Però un po’ di cautela in più nel fare affermazioni azzardate non guasterebbe.
    Veniamo al dunque:

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  5. dunque:
    SCRIVETE:
    La potenza nominale del reattore era di 160 Mwh, camminava a regime producendo 100 MGW, mandarla al massimo ne ha compromesso il sistema di raffreddamento.
    COMMENTO: Vi confermo la potenza nominale di 160 MW (e non MWh, sono 2 cose diverse); la potenza nominale di un gruppo elettrogeneratore, sia esso nucleare o termoelettrico è la potenza che può essere erogata continuamente a tempo indefinito, senza problemi per il macchinario. Non si tratta di mandare al massimo una macchina come se io guidassi la mia Fiat a 180 km/h fino a farla schiattare (vocabolo napoletano che suppongo capite bene). La frase “ne ha compromesso il sistema di raffreddamento” è una baggianata grandiosa, la sento per la prima volta e vi consiglio di chiederne conto a chi ve l’ha raccontata.
    Vi dico io cosa ha causato la fermata definitiva dell’impianto: una perdita (un buco) nel circuito di acqua primaria (cioè connessa con il reattore), precisamente se avete mai visto uno schema di un impianto BWR1 tipo Garigliano in uno dei due Generatori di vapore secondario (GVS). La riattivazione dell’impianto senza i 2 GVS avrebbe comportato una perdita di potenza di circa 40 MW; l’impianto cioè avrebbe dovuto funzionare senza questi 2 aggeggi producendo ca 120 MW. Ed effettivamente si sarebbe fatto così se non fossero intervenuti 2 fatti: il terremoto del 23 nov 1980 (che il mio cuore ricorda ancora bene, ma che l’impianto sopportò senza alcun danno, tra l’altro era fermo per il guasto detto prima dal 8 agosto 1978) e l’incidente alla c.le americana di Three Miles Island del 1979. L’Enea allora rivedendo tutti i sui criteri sulla sicurezza impose nuove salvaguardie. L’Enel soppesando costi e ricavi decise la chiusura, per inciso dopo aver speso un po’ di quattrini a quel punto divenuti sprecati.
    Ritornando all’alluvione del novembre 1979, dite che ci fu un’interruzione della rete elettrica ; non lo ricordo, ma si può scoprire se è vero. Che la centrale non ricevendo energia elettrica dall’esterno avrebbe dovuto avviare il gruppo elettrogeno e che questo non partì; anche questo è facile da appurare e se siete stati scrupolosi non ho motivo di non credervi. Però permettetemi il dubbio sulla scrupolosità visto il linguaggio e l’indeterminatezza di tutto il vs articolo.
    E’ per esempio molto vago questo “La temperatura dei liquidi di raffreddamento deve rimanere sotto controllo per molto tempo”. Dopo un anno e mezzo di non funzionamento il reattore produce una bassissima energia per il decadimento dei prodotti di fissione e basta l’acqua in cui è immerso il combustibile a raffreddarlo.

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  6. 3° e ultima parte (ci sto combattendo, mi spiace ma non vedo l'inserimento dei commenti spero che no arrivino tutti insieme ccome doppioni):
    Vi confermo quello che ho scritto sul Plutonio.
    L’affermazione “ le barre di moderazione non erano adatte a moderare l'attività di questo materiale (plutonio)” è un madornale errore incommentabile (se l’avete sognata di notte non posso farci nulla; se ve l’ha venduta qualcuno fatevi rimborsare).
    Su tutte le altre affermazioni non vi si può seguire se non siete più precisi. Cioè per es scrivete : In un documento politico congiunto si legge: «la centrale ha causato ingenti danni agli abitanti con l’aumento dell’incidenza di tumori e malformazioni;
    come rivelato da campagne radioecologiche dell’Enea, ha contaminato oltre 1700 kmq di mare con cesio 137 e cobalto 60».
    Se queste cose si leggono solo su un documento politico capirete bene che lasciano il tempo che trovano; fateci conoscere i documenti tecnici: li leggerò con interesse.
    In bocca al lupo nella vs ricerca.
    Saluti

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  7. @cavallo pazzo: purtroppo non ci sono le prove che sia stato utilizzato plutonio ma esistono affermazioni di persone che hanno lavorato all'interno della centrale. Le abbiamo ascoltate personalmente, alcune erano pro-nucleare e ritenevano che erano state utilizzate in sicurezza. Purtroppo all'epoca erano sperimentali le barre di uranio incamiciate al plutonio, probabilmente propedeutiche al MOX.
    La centrale produceva calore e durande il fermo del settantanove si è verificato il fermo delle pompe, durato sei/sette minuti e, grazie ai tecnici, non si è rischiato il peggio ma anche grazie alla fortuna e questa aleatorità non è indice di bontà.
    L'acqua nella quale è immerso il combustibile, per quanto le barre di moderazione siano tutte inserite portando il fermo della reazione, deve essere continuamente ricambiata e ciò nella centrale è andato avanti fino alla rimozione delle barre di combustibile, e l'alluvione che ha allagato i serbatoi del diesel e le vasche di decantazione con le conseguenze che puoi immaginare, arrivò a pochi centrimetri dalle soglie della sfera che essendo decompressa poteva facilitare l'ingresso di acqua. Non stiamo parlando di un deposito di bibite quindi vedere le fotografie della sfera appoggiata sull'acqua a me ha fatto parecchia impressione.
    I "buchi" di cui parli non sono veri buchi, in base alle testimonianze si tratta di lesioni verificate tramite analisi effettuate da apparecchiature ai raggi-x con personale e tecnici provenienti dal Giappone.
    Fammi avere la tua mail scrivendo al Comitato e ti giro la scannerizzazione dei documenti dai quali si evince una contaminazione del Golfo di co60 e cs137.
    Se e quando mi dirai con certezza che il campo minato è stato completamente bonificato tanto da permettere ai tuoi figli di giocarci una partita a pallone, allora possiamo ragionare sull'opportunità di mandarci i miei, ma finché non mi certifichi ciò, io aspetto che ci giochino i figli di sottoscrive quei documenti e solo dopo e forse ci mando i miei e il futuro nucleare è un campo minato che desidererei non lasciare in eredità a chi viene dopo di me.
    Il nucleare di oggi, diretta conseguenza di quello di ieri,corrisponde all'accender fuochi con l'acciarino e in più, cosa decisamente non da poco, è gestita dalle medesime persone che stanno distruggendo il mondo per salvaguardare i profitti degli azionisti coinvolti nel business, vuoi che si parli di spazzatura, di ponti, di treni, di nucleare o di chissà cos'altro.

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  8. II Parte:
    SCRIVI: I "buchi" di cui parli non sono veri buchi, in base alle testimonianze si tratta di lesioni verificate tramite analisi effettuate da apparecchiature ai raggi-x con personale e tecnici provenienti dal Giappone
    COMMENTO: vi ho già descritto il problema che ha causato la fermata definitiva della centrale: una piccola cricca in uno dei 2 GVS, che non ha avuto nessuna conseguenza radiologica sull’ambiente esterno, ma ha causato una lunga fermata. Eventi successivi esterni all’impianto hanno fatto propendere l’Enel per una definitiva chiusura: considerate che all’epoca (nel 1982) l’Enel aveva un programma di grosso sviluppo nucleare, aveva costruito impianti termoelettrici di potenza da 4x320 MW e 4x660 MW.
    Il Garigliano con i suoi 160 MW, che sarebbero dovuti diventare 120 se fosse ripartito dopo le modifiche, era una bazzecola al confronto.

    SCRIVI: campo bonificato tanto da permettere ai tuoi figli di giocarci una partita a pallone
    COMMENTO: se le mie ginocchia mi reggessero farei volentieri una partita a pallone sul bel prato verde (se esiste ancora ) davanti all’edificio turbina o davanti alla palla.
    Non sono al corrente di cosa fa SOGIN, ho letto che il combustibile non c’è più; presumo che ci siano ancora i rifiuti prodotti, anche perché non abbiamo un deposito di stoccaggio nazionale dei rifiuti. Non mangerei le resine dell’impianto di clean-up; ma non avrei problemi a bere l’acqua della piscina di stoccaggio del combustibile, mettendoci un po’ di sale però perché l’acqua demineralizzata non è potabile, è avida di sali e, dicono i chimici, non si può bere.

    COMMENTO FINALE:
    Comunque a parte tutte queste chiacchiere, voi siete preoccupati perché convinti che la centrale abbia fatto danni reali all’ambiente e alla salute delle persone, non solo scampati pericoli come quello dell’alluvione. Ma su cosa si basa questa convinzione: questo ci devi ancora raccontare!
    Quando dici che 25 vitelli sono morti, devi dire: le vicende che hanno subito i vitelli , se sono stati esaminati i corpi e quali radioelementi si sono trovati, in quali quantità, e chi ha fatto l’esame. Se no si abbindolano solo i gonzi. O è questo l’obiettivo?
    “Ha prodotto danni incalcolabili», denuncia Giulia Casella” NO INVECE I DABBI BISOGNA CALCOLARLI SE SI SA FARLO, ALTRIMENTI E’ SOLO ALLARMISMO.
    Ripeto il commento che ho già fatto nel primo intervento:
    SCRIVETE: la centrale ha causato ingenti danni agli abitanti con l’aumento dell’incidenza di tumori e malformazioni
    COMMENTO: chiedo riferimenti a studi precisi. La radioattività rilasciata dalla c.le durante il suo funzionamento più quella del fondo ambientale hanno sempre causato una dose alla popolazione inferiore a quella assorbita dagli abitanti di zone come i Campi Flegrei o Viterbo.
    No comment su spazzatura, i ponti i treni e le persone che stanno distruggendo il mondo.

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  9. Non posso caricare nei commenti i documenti a cui facciamo riferimento, come ti ho detto più sopra sono a disposizione se mi fornisci il tuo indirizzo elettronico altrimenti dovresti avere la pazienza che finalmente possiamo caricare il sito del comitato per ora solamente in fase di allestimento.
    Una cosa è certa, durante il periodo di attività della centrale si è elevata l'incidenza di tumori e malformazioni in aree subito a ridosso della centrale, da quando la centrale è ferma, anche se non si sono effettuati studi epidemiologici, quest'incidenza sembra rientrata nella media così come si è abbassato il livello di cesio137 e cobalto60, da analisi effettuate però su campioni di superficie. Probabilmente se si andrà ad analizzare i fanghi sul fondo del Garigliano e sui fondali del golfo, i risultati non saranno così gai.
    per quanto riguarda il convincere i gonzi, questa è una pratica effettuata dal governo, basta leggere il rapporto Ambrosetti per comprendere quanto le informazioni siano tendenziose e non oggettive come dovrebbero essere, quanto siano imprecise, quanto siano incomplete; se poi aggiungiamo che le fonti citate per informazioni e diagrammi sono quasi sempre Sogin e Ambrosetti, si capisce bene quanto la tecnica sia "ce la suoniamo e ce la cantiamo" .
    Se uno mi dice che non è pericoloso e un altro mi dice che è pericoloso, visto che non sto decidendo se partecipare a gare di qualche sport estremo, preferisco non averci a che fare.
    Quando chi parla di nucleare utilizzerà la trasparenza e la completezza nella diffusione dei dati, allora forse lo starò ad ascoltare, non sono io antinuclearista che deve dimostrare che in questo campo le cose vengono fatte male, sono coloro che giocano con la mia vita che devono dimostrare che invece vengono fatte bene.
    Un abbraccio

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  10. Ricordo che all'epoca del colera a Napoli, vennero intervistate alcune persone che alla domanda su una loro presunta paura di contrarre i danni del virus, rispondevano mangiandosi in diretta televisiva cozze crude.
    Quindi fatti tutti i bagni che vuoi nella vasca del combustibile, cercando di non bere l'acqua demineralizzata che ti porterebbe ad espellere i sali che già contiene il tuo corpo, ma non mi schizzare.
    Un abbraccio

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  11. Caro cavallo pazzo, è sempre un piacre confrontarsi, specialmente quando un rompicoglioni incontra un altro rompicoglioni.
    diciamo pure che tutti gli argomenti finora affrontati sono attaccabili o quantomeno ci si può spendere più di qualche ora a parlarne, pertanto mi aggrado di porre qualcosa di più sempilece alla tua competente attenzione.
    Da cittadino di Sessa A. sono molto preoccupato dal fatto che, nonostante la SOGIN, ente preposto allo smantellamento degli impianti nucleari sia impegnato, senza averne le competenze tecnico - scientifiche, a mettere in sicurezza il camino (uno degli elementi sicuramente contaminati) non mi abbia istruito sul comportamento da adottare nel caso dovessero esserci problemi durante le operazioni e trovo ancora più assurdo e grave che alle nostre richieste non sia mai seguita una risposta.
    mi chiedo a questo punto se tu sei favorevole o contrario all'uso del nucleare per la produzione di energia elettrica. io sono quasi contrario perchè ritengo che, essendo la comunità scientifica sprovvista di una soluzione per la gestione delle scorie radioattive di terza categoria e disponendo di tecnologie alterative, sia più saggio puntare su quest'ultime che (se vuoi ci addentriamo un pò più a fondo) sono più vantaggiose.
    acci sapere

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  12. Gentile Cavallopazzo,
    mi dispiace ma c'è un equivoco di fondo: l'articolo pubblicato (come vi evince dal link) non l'ha scritto il Comitato antinucleare Garigliano ma un giornalista che scrive per il Corriere della Sera. Ma a parte qualche inesattezza o imprecisione dell'articolo, non mi sembra nel complesso meritevole di critiche tanto puntuali come le tue, puntuali al punto da potersi considerare interessate. Dico questo perchè sei tanto preciso nel citare alcuni dati quanto sprovveduto (non ti offendere) nel fare esempi tipo quello per cui faresti il bagno in una vasca di decantaggio (di restituzione, per gli addetti ai lavori). Quella della centrale del Garigliano in particolare, che nessuno ha ancora pensato di bonificare e che ha rappresentato e continua a rappresentare una minaccia seria per la salute di tutti noi. Siamo a tua disposizione per confrontarci personalmente quando vuoi. Scrivi una mail a: comitatoantinuclearegariglio@gmail.com
    Buona giornata. Giovanni Mallozzi

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  13. Caro Giovanni
    scriverò una mail e allora mi firmerò anche, come detto, con nome e cognome.
    Leggerò quello che mi metterete a disposizione.
    Approfitto ancora della gentile ospitalità per una nuova risposta pubblica. Si non avete scritto voi l'articolo, ma sostenete le affermazioni contenute; parlate nel commento del 7 nov (a proposito perchè l'ora di pubblicaz dei miei commenti è sbagliata?) di incidenze tumorali aumentate durante il funzionamento della centrale, e (sembra) diminuite al giorno d'oggi. Avete delle prove precise? Riguardo a misure di Cs137 e di Sn90: questi 2 elementi sono ubiquitari e sono dovuti ai testi di armi nucleari nell'atomsfera, che USA URSS e Francia allegramente sparavano negli anni 50-70, e all'incidente di Chernobyl; è ovvio che col passare degli anni la loro concentrazione diminuisca.
    Ritornando all'articolo: è solo allarmistico, fa acqua da tutte le parti, che l'abbia scritto un giornalista del CdS è solo più grave; non mi meraviglia, perchè su questo tema di castronate se ne scrivono a valanga.
    Il fatto è che non rispondete alle mie domande, né confutate quando faccio qualche affermazione precisa; spostate il tiro su altri argomenti: Ambrosetti ecc.
    @Lorenzo: non mi considero un rompicoglioni, se anche il Comitato pensa così potrò abbandonare la discussione. Ma mi pare poco produttiva comunque. Non sono il marito della Sogin, non lavoro per essa, non so nulla del camino, né sono pratico della materia. Ho l'abitudine di parlare di quello che so o penso di sapere.
    Saluti a tutti

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  14. Ciao Cavallopazzo, posso immaginare che quando parla di rompicoglioni, Lorenzo metta prima di tutto proprio noi nell'elenco.
    Il cesio137 e il cobalto60 risultano proprio essere uno dei residui della centrale,tra questi residui sono considerati anche quelli provenienti da esperimenti in superficie effettuati in Cina, quelli di Chernobyl no in quanto le analisi sono temporalmente precedenti a quell'incidente.
    Quando parlo del Rapporto Ambrosetti non divago affatto, essendo questo studio il vademecum pro-nucleare del governo e dal governo commissionato quindi da tutti noi pagato, studi di questo tipo dovrebbero essere commissionati ad agenzie autonome e da quello che si evince leggendolo, di autonomo ci sono forse solo delle false proposizioni.
    Per quanto riguarda le nostre intenzioni quando si pubblicano questi articoli, non sono orientate a far laureare in fisica nucleare le persone, ma a stimolare l'interesse verso argomenti per i quali siamo trattati come deficienti.
    Nel momento che ti relazioni con noi, per quanto critico nei nostri confronti, ci fai enorme piacere, noi a volte ci parliamo addosso in quanto in linea di massima ci siamo formati un'idea su questo tema ma questa non si esaurisce certamente nelle poche righe che l'amico Luca ha scritto.
    Un articolo non è un saggio, è limitato nello spazio e nei contenuti, ciascun lettore può trovare mancanze, anche chi è d'accordo con l'autore, se poi prendiamo in considerazione che anche un saggio, per temi come quello di cui stiamo parlando, ha grandi difficoltà ad essere esaustivo, è facile capire le intenzioni di chi compone il comitato che ti assicuro composto da persone in assoluta buona fede.
    Come ho il tuo indirizzo elettronico, ti invio il materiale di cui disponiamo e ti inviteremo alle riunioni.
    Massimo Penitenti

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  15. spero che non te la sia presa per il rompicoglioni, tra di noi ce ne sono tanti, troppi. Mi interesserebbe però avee una risposta alla domanda che ti ripropongo. Ci scrivi per amore della varità, per gusto del confronto, per pignoleria (o rompicoglioneria se preferisci), perchè sei contrario al nucleare e non voui che i movimenti perano di credibilità o per quale altro motivo? neanche io sono il marito della sogin, ma non credi anche tu che una delle coseche dovrebbe fare un ente che gestisce il decommissioning sia quello di interfacciarsi con la popolazione residente, informarla, rassicurarla ecc?
    facci sapere
    lorenzo

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  16. @lorenzo e @ comitato del 8 nov: non me la prendo per il rompicoglioni: 1) perchè lo sono davvero, ma nel senso buono del termine, cioè di uno che insiste per amor del vero (è la mia opinione personale su me stesso, quindi di scarso valore assoluto); 2) perchè avevo capito lo spirito del discorso di Lorenzo.
    Mi dispiace però di aver offeso il sentimento di uno di voi con il quale ho avuto uno scambio privato; gli chiedo scusa brevemente adesso ma gli risponderò presto. Grazie di avermi mandato i documenti li sto leggendo, ma purtroppo come voi ho i miei impegni di lavoro e famiglia e il tempo è tiranno: per es. è' un mese che ho il rapporto conosciuto come Kikk study e non riesco ancora a leggerlo.
    Con calma commenterò articolatamente per p.e. i documenti che mi avete mandato.
    Comunque per chiarire a tutti: sono nuclearista,non mi paga nessuno per pensare come penso e credo altrettanto di voi. Caro Comitato il piacere di discutere è mio quanto tuo.
    Sono stato irriverente, ma penso che sul nucleare si dicono moltissime cose non vere. Non ve ne faccio una colpa,credo che i mezzi di disinformazione di massa, giornali e Tv, per 30 anni hanno dato un'immagine negativa e distorta della forma più pulita di produrre energia elettrica che abbiamo a disposizione. A chi è cresciuto in questo clima di disinformazione sembra naturale, lapalissiana l'equazione: nucleare = morte. Me la prendo di più con i professionisti della disinformazione, con chi ha costruito la sua gloria cavalcando l'onda dell'emozione e manipolandola.
    Comunque per farla breve e poichè mi piace fare domande e risposte precise: si Lorenzo, credo che la Sogin dovrebbe confrontarsi con la popolazione e informarla su cosa fa in tutta trasparenza. Deve rassicurarla se c'è sicurezza, metterla in allarme se ci fosse (non credo) pericolo.
    Permettetemi ancora di usare il mio pseudonimo qui e di rispondere con il mio nome per p.e.
    Saluti

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  17. Leggete questo bel documento:

    http://www.beati.org/valentinas/wp-content/uploads/2010/06/10-05-BCPnotizie-SpecialeNucleare.pdf

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